Ammentu, la rivista sull’America Latina

Numero dedicato all'emigrazione e al Messaggero Sardo

Una rivista prestigiosa, di grande qualità, con contenuti importanti e originali di storia e cultura che inseriscono la Sardegna in un panorama internazionali di studi, ricerche, pubblicazioni varie, convegni. Si chiama AMMENTU, semestrale online edito a Villacidro dalla Fondazione Mons. Giovannino Pinna, e Centro Studi SEA e dalla casa editrice cagliaritana AIPSA.  Sotto la testata la specificazione  “Bollettino Storico e Archivistico del Mediterraneo e delle Americhe” è riduttiva per il taglio della rivista che è sicuramente molto di più di una classica pubblicazione scientifica che – come sottolinea la presentazione del sito – operando nell’ambito delle scienze umane e sociali si dedica agli studi mediterranei e americani (in particolare latino americani). Per questo presenta interventi plurilingue, oltre l’italiano, il sardo e l’inglese, privilegia lo spagnolo e il portoghese che sono dominanti nell’America Latina, area geografica su cui si concentrano gli studi, gli scritti e da cui provengono molti collaboratori. Deus ex machina, ideatore, coordinatore, direttore, autore e quant’altro è lo studioso di Villacidro Martino Contu, al quale si devono filoni di ricerca importantissimi che pur partendo dall’Isola, travalicano i confini regionali: ed ecco i suoi fondamentali lavori sui “Martiri sardi” uccisi alla Fosse Ardeatine (si vedano i numerosi post in  questo sito), che si sono estesi ad un’opera complessiva sulla strage nazista avvenuta a Roma nel marzo 1944.

Il direttore Martino Contu


Fondatore del Centro Studi Sea, presidente della “Fondazione Mons. Pinna”, ricercatore e docente universitario a contratto nell’ateneo sassarese, direttore di Ammentu, autore di numerosi saggi, articoli e monografie sulla storia contemporanea d’Italia e della Sardegna, Contu (nella foto)  è anche un trait d’union culturale e diplomatico nei rapporti tra la Sardegna e il Sud America, in particolare con l’Uruguay, di cui dal 2009 è console onorario. Non è un caso che alla base della sua ormai lunga carriera di studioso ci sia proprio il grande tema dell’emigrazione sarda a 360 gradi, con un approfondimento all’America Latina. Personaggio dal carattere schivo, si esprime con la forza dei suoi lavori e dei tanti titoli presenti nella sua corposa bibliografia. Personalmente gli sono grato per l’apporto che mi ha dato per molti articoli comparsi sull’Unione Sarda riguardanti la vicenda dei Martiri sardi alle Fosse Ardeatine, e nel tempo preziose collaborazioni e materiali per il nostro quotidiano regionale e poi per questo sito dedicato in buona parte al giornalismo e alla storia.

L’ultimo numero online

Non potevo iniziare questo post sulla rivista Ammentu, di cui è uscito il  numero 17, secondo del 2020 (luglio-dicembre), in questa primavera caratterizzata dalla pandemia del Coronavirus, senza parlare prima di tutto di Martino Contu. Per un approfondimento rimandiamo al link del Centro studi SEA.

 

 

Il numero 17 di Ammentu (il link della la rivista) presenta il Focus Sardegna emigrazione tra attualità e passato: la fuga dei cervelli, le fonti locali per lo studio dell’emigrazione estera e il «Messaggero Sardo». Il Focus, curato dalla docente di Scienze Politiche Annamaria Baldussi e dallo stesso Contu, comprende tre contributi, preceduti da un saggio introduttivo degli stessi curatori. Il primo articolo, “Quando una politica fallisce. Il brain drain in Sardegna”, è proposto da Marco Zurru (Università di Cagliari). Seguono i contributi di Martino Contu, «Il Registro delle domande di “Nulla Osta Passaporto per l’Estero» (1919-1928) conservato nell’Archivio Storico del comune di Villamassargia e di Francesca Mazzuzi (Università di Cagliari), Il «Messaggero Sardo». Il giornale di “tutti” gli emigrati sardi.

 

Segue, all’interno della rubrica “Contributi e dibattiti”, “O Caderno A de Antonio Gramsci: a hegemonia, a linguagem, a literatura e seus des dobramentos na educaçao” di Anita Helena Schlesener (Universidade Federal do Paraná / Universidade Tuiuti do Paraná, Brasil), un saggio che analizza i concetti gramsciani di egemonia, linguaggio e letteratura collegati al tema dell’educazione.

Le origini della rivista

Ma come nasce la rivista Ammentu? Il titolo riprende la denominazione della prima collana editoriale del Centro Studi SEA (2003), inaugurata e diretta da don Giovannino Pinna (nella foto). Nella lingua sardo-logudorese significa ricordo, memoria, recupero, ritrovamento, quindi la Storia e le storie. Dal 2014, la rivista – riorganizzata, ampliata e con una nuova veste grafica – è coeditata con Aipsa Edizioni di Cagliari e può essere consultata online anche nel sito www.aipsa.com.

L’area geografica di primario interesse per la rivista è il Mediterraneo, con una attenzione speciale sulle realtà insulari: Sardegna, Sicilia, Baleari, Corsica, Malta, Creta, Cipro e le isole minori. Alla macro regione mediterranea si aggiungono quelle aree delle Americhe con le quali, in passato – soprattutto attraverso i flussi migratori – si sono intrecciati stretti legami e rapporti di collaborazione che ancora oggi permangono. Più in generale Ammentu offre una piattaforma di pubblicazione per ricerche e studi sulla storia moderna e contemporanea e le scienze sociali sia dell’area mediterranea sia dei contesti occidentali e non occidentali e il loro impatto nella world history.

 

L’articolo sull’Unione Sarda

 

 

La nascita della rivista fu salutata e illustrata sull’Unione Sarda da Giampaolo Pusceddu, storico corrispondente per oltre trent’anni del quotidiano cagliaritano dal Villacidrese, in un articolo uscito il 24 gennaio 2012. Ecco cosa scrive Pusceddu:

«Dopo dodici anni di ininterrotta attività nel campo della ricerca storica e otto anni di lavoro e passione nel settore dell’editoria, abbiamo avvertito l’esigenza di dar vita a una rivista scientifica digitale, quale utile strumento per diffondere i risultati dei nostri lavori, ma anche e, soprattutto, per confrontarci con altre realtà, per uscire dai ristretti confini della Sardegna, dell’Isola-Continente». Così esordisce Martino Contu nella presentazione, in più lingue, di “Ammentu, bollettino Storico, Archivistico e Consolare del Mediterraneo”, neo rivista internazionale digitale, che nasce a Villacidro.

L’idea non è nuova ma, per diversi motivi, non aveva ancora forma. «Un evento tragico – prosegue Contu – come è tragica la perdita di un amico al quale si è particolarmente legati, ci ha dato la forza, la spinta interiore, per rilanciare l’idea e renderla concreta. Da un evento triste, si creano le condizioni per realizzare il sogno, a lungo inseguito, della rivista, che diventa anche un segno di riconoscenza post mortem verso don Giovannino Pinna: un socio, un amico ma, prima di tutto, un sacerdote, servitore del Totalmente Altro, come lui si è sempre sentito di essere, per il quale Gesù Cristo è stato al centro di tutta la sua esistenza, all’insegna del Totum tuum e non del Totum meum divenuto il verbum di molti preti d’oggi».

La rivista, infatti, è dedicata a don Pinna, per diversi anni parroco della chiesa madre di Santa Barbara in Villacidro, scomparso un anno fa per un male incurabile. L’area geografica di riferimento della rivista è quella del Mare Nostrum e delle terre bagnate dalle sue acque. A queste si aggiungono quelle aree del Continente americano e dell’Europa con le quali, in passato, le insulae del Mare Internum hanno avviato, soprattutto attraverso i flussi migratori, stretti rapporti di collaborazione.

In questo primo numero si presenta il dossier “Emigrazione antifascista e esilio politico tra le due guerre”, di Giampaolo Atzei e Martino Contu; e i Focus “Consoli e Consolati dall’Unità d’Italia al secondo dopoguerra” di Manuela Garau; “Per la guerra e per la pace: sacerdoti sardi tra fascismo, afascismo e antifascismo”, di Lorenzo Di Biase; “Mare Internum e Mediterraneo Rioplatense” di Cecilia Tasca dell’Università di Cagliari.

 

 

Dal primo numero all’ultimo, ora a disposizione nel sito: nell’introduzione Contu sottolinea il filo conduttore del volume (“Sardegna, emigrazione tra attualità e passato”) in cui spicca il lavoro di Francesca Mazzuzi (nella foto) sul Messaggero Sardo, il giornale per gli emigrati sardi (si veda il link  nella sezione Giornalismo di questo sito.

Laura in Scienze Politiche, dottorato di ricerca sull’emigrazione in Argentina dove è stata per un periodo presso l’università di Cordoba, assegnista presso l’ISEM (Istituto di storia dell’Europa mediterranea) del CNR di Cagliari, numerose pubblicazioni ed esperta delle vicende dei sardi in Argentina, ha voluto approfondire le origini del periodico finanziato dalla Regione sarda col Fondo per l’emigrazione che, nonostante le crisi editoriali e i cambi generazionali dei giornalisti che lo realizzavano, continua ad uscire regolarmente online e ad essere tutt’oggi la voce che unisce la Sardegna con il milione e mezzo di corregionali residenti all’estero.

Il giornale degli emigrati

Non a caso il titolo del saggio è «Il Messaggero Sardo. Il giornale di “tutti” gli emigrati sardi».

«Il Messaggero Sardo – sintetizza la studiosa – è un giornale per gli emigrati sardi finanziato dalla Regione Sardegna dal 1969 e, tra alterne vicende, tuttora attivo. Fin dalla sua nascita si pose l’obiettivo di garantire un’informazione indipendente e di essere un giornale per “tutti” gli emigrati sardi. Dalla metà degli anni Sessanta, la Regione Sardegna instaurò un dialogo con i suoi emigrati, ma per circa un ventennio ne furono escluse le comunità di sardi residenti nei paesi extraeuropei. Queste comunità “dimenticate” riconobbero nel “Messaggero Sardo” l’unico strumento per mantenere un legame con la terra di origine. L’autrice  ripercorre i principali eventi che hanno portato al consolidamento delle relazioni tra la Regione Sardegna e i sardi in Argentina anche attraverso le pagine del “Messaggero Sardo”. Giornale che si è dimostrato una importante fonte di studio per l’emigrazione sarda e che dovrebbe divenire esso stesso oggetto di studio affinché possa ritagliarsi un giusto spazio nella ricostruzione della storia sociale e delle esperienze editoriali dell’isola».

Un ottimo saggio, questo di Francesca Mazzuzi, che aggiunge un altro contributo all’opera di ricostruzione storica della memoria di quelle migliaia di corregionali che a partire dagli anni Cinquanta andarono in massa a cercare fortuna in Argentina. In proposito, è doveroso aggiungere il contributo straordinario come politico, assessore regionale al Lavoro (e quindi all’emigrazione), e poi anche come legale nei numerosi processi contro i militari argentini, dell’indimenticato Luigi Cogodi. Fu lui negli anni 80 a incontrare per primo i sardi in Argentina vittime della repressione, ad aiutarli promuovendo leggi speciali e attivandosi per i processi tenuti a Roma ai primi del Duemila. Grazie alla sua instancabile, generosa e attiva iniziativa, oltre ai processi fu promotore dell’associazione Mastinu Marras a Tresnuraghes. Su questo si veda il mio libro El Tano (il link del volume ) e i post dedicati ai desaparecidos.

Il Messaggero Sardo fu vicino sin dal primo momento e pubblicò numerosi articoli sul dramma dei desaparecidos e sui familiari delle vittime della repressione, grazie soprattutto agli articoli dell’inviato Gianni De Candia (e anche ad alcuni miei apporti più recenti sull’Unione Sarda e sullo stesso Messaggero).

Ecco il PDF del saggio  Il Messaggero sardo

 

 

 

 

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