Vittorio Scano e L’Almanacco di Cagliari

La rivista più longeva della Sardegna, 1964-2018,

Tra i periodici più longevi della Sardegna l’Almanacco di Cagliari vanta un record ineguagliabile: nato nel 1964 con un leggero numero di poche decine di pagine arriva agli anni Novanta ad essere quasi un libro di 4/500 pagine. L’ultimo, il numero 54, è uscito nel 2018, mettendo fine ad una straordinaria avventura editoriale. Oggi la collezione è custodita nelle principali biblioteche cittadine, alla Mem di via Pola e all’Archivio di Stato di via Sonnyno, dove pazienti archivisti hanno ricostruito l’indice degli autori e di ciascun volume per agevolare la ricerca e la consultazione. L’Almanacco è diventato nel tempo una rivista di culto per gli appassionati e alcuni numeri ormai quasi introvabili vengono venduti su ebay o nei mercatini a cifre da collezionisti. In particolare sono rari e ricercati i primi numeri degli anni Sessanta-Settanta.

Nella foto Vittorio Scano (a sinistra) mostra il volume sulla stampa in Sardegna appena uscito e a destra Carlo Figari con il numero uno dell’Almanacco. (Foto Zorco, 2019).

La storia dell’Almanacco è legata al suo fondatore, il giornalista Vittorio Scano, studioso e storico delle vicende di Cagliari e della Sardegna che è riuscito ad attrarre attorno alla sua rivista un interesse unico da parte dei lettori coinvolgendo le più prestigiose firme del panorama culturale, universitario e giornalistico dell’Isola. Superata la soglia degli ottant’anni ed essendo crollata la pubblicità istituzionale che rappresentava la voce principale delle entrate (caratteristica della rivista era la sua formula di distribuzione gratuita agli inserzionisti e alle biblioteche), Scano ha dovuto rassegnarsi a chiudere la testata. I tentativi di cessione ad altro editore sono risultati vani anche perché nessuno poteva essere in grado di continuare a pubblicare un prodotto di qualità con le stesse capacità e la passione del suo fondatore. In una parola L’Almanacco era ed è Vittorio Scano che, oltre a realizzarlo in toto (dalla redazione dei testi alla tipografia) scriveva diversi articoli per numero, alcuni autentici saggi di storia sulla base di documenti e materiali d’archivio che l’autore scopriva spulciando le collezioni dei quotidiani sardi e gli archivi delle famiglie cagliaritane.

L’Almanacco, dopo i primi numeri di rodaggio in cui compaiono pochi articoli (ma già firmati da autori prestigiosi) e soprattutto informazioni di servizio cittadino, diventa nel tempo una rivista cult, che affronta tutti i temi legati in qualche modo alla città e all’Isola: politica, economia, storia, archeologia, personaggi di ieri e di oggi, sport, teatro, musica, spettacoli.

Come detto non viene venduto in edicola, ma distribuito in oltre diecimila copie agli inserzionisti che sono i veri e fedeli sostenitori di questa originale iniziativa editoriale. Da gennaio sino all’ultimo anno di uscita si crea un’attesa per vedere il volume fresco di stampa che, per la mole delle pagine, diventa sempre più impegnativo da pubblicare. Caratteristica del volume è l’indice senza numero di pagina, che consente a Scano di inserire articoli e pubblicità sino al momento di andare in stampa senza dover ricomporre l’intero impianto editoriale. Questa particolarità rappresenta anche un limite della rivista, non semplice da leggere, ma di cui lo stesso Scano è sempre andato fiero considerando il suo fedele pubblico di lettori una sorta di    élite culturale.

Nella sua prima uscita del 1966, l’annuale stampato nello stabilimento tipografico editoriale Guido Fossataro in XX settembre nel dicembre 1965 porta la firma, quale responsabile, di Angelo Abis e, in quanto all’elaborazione grafica, dei bravi tipografi Franco Melis e Franco Marini. I tre compaiono nell’edizione 1968, mentre in quella intermedia assume la responsabilità di legge Giorgio Scano (fratello di Vittorio). Questa passa nel 1969 a Giovanni Pala (che diventerà proto, cioè capo della tipografia de L’Unione Sara), nel 1970 e nel 1971 a Fausto Sardu, nel 1972 e fino al 1979 al giornalista Mario Girau, con l’eccezione del 1973 ad Andrea Nissardi. Ma dietro questi nomi c’è sempre Vittorio Scano che si occupa di tutto.

Solo dal 1980 anche formalmente la firma diviene quella di Scano e la stampa viene affidata alla Litografia Aldo Trois (in via S. Salvatore da Civita), che la riceve dalla Fossataro intanto trasferitasi dal 1970 in viale Elmas.

Prestigiosi collaboratori

Tra i collaboratori più importanti e fedeli che negli anni hanno scritto per l’Almanacco di Cagliari, ricordiamo  Giovanni Lilliu, Francesco Alziator, Nicola Valle, Enrico Endrich, Francesco Cesare Casula, Francesco Floris, Giancarlo Sorgia, Lorenzo Del Piano, Antonio Romagnino, Paolo De Magistris, Giuseppe Podda, Gianni Filippini, Mauro Manunza e tanti altri.

Uno dei tratti distintivi della rivista curata con la massima attenzione alla grafica e alla pulizia dei testi dallo stesso Scano sono le copertine, in cui sono riprodotte opere dell’artista cagliaritano Cosimo Canelles, spesso realizzate appositamente. Dopo la morte del pittore, avvenuta nel 2007 vengono riprodotte le sue opere realizzate intorno ai primi anni 2000.

L’annuario “Sardegna Fieristica”

A Vittorio Scano è legata anche la rivista Sardegna Fieristica, che dell’Almanacco di Cagliari costituisce per svariati decenni la replica di primavera (fra marzo e maggio), ma che ha anche la sorte di anticipare di quasi un lustro l’Almanacco. Fondata nel 1962, la rivista aveva a sua volta seguito e in parte accompagnato La Fiera Illustrata, periodico “ufficiale” della Fiera Campionaria della Sardegna che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel 1957. In principio usciva anch’essa, sotto la gerenza di Giorgio Scano, con un formato cosiddetto elefante (quello stesso della Fiera Illustrata e di giornali periodici come Sassari Sera) in contemporanea con l’importante manifestazione-mercato del viale Diaz di cui soltanto nelle prime annate – o meglio fino al 1977 – pareva impegnata ad illustrare, con lunghi servizi, le caratteristiche e proposte merceologiche ed economiche, fra produzione ed export, espandendosi poi in approfondimenti sulle specificità delle realtà locali isolane. Ecco così i focus sulla petrolchimica in affermazione a Porto Torres e Assemini, sulla SARAS e sulle Tessili Sarde Associate e la SNIA di Villacidro, la centrale di Portovesme e gli stabilimenti di Ottana, e naturalmente il turismo, soprattutto costiero, in rapido sviluppo fra la Gallura olbiese e Santa Margherita di Pula, le questioni ambientali e quelle dell’artigianato artistico, ecc.

Già dalla fine degli anni ’60 e in modo più marcato appunto dal 1977, la rivista aveva opzionato un impianto di giornalismo colto tale da pareggiare, per la varietà dei temi e l’approccio di scrittura, l’Almanacco di cui replicava anche la grafica seppure su un più largo foglio patinato andato infine anch’esso al colore). Per anni l’Almanacco di Cagliari e Sardegna Fieristica hanno pubblicato articoli di argomento storico, economico e sociale, non solo sul capoluogo sardo ma su tutta la Sardegna, ma alla fine hanno fatto inesorabilmente i conti con la crisi che ha travolto l’editoria  nazionale e regionale, concludendo nel 2018 la loro epopea.

Fonti:

“Dalla linotype al web…” (Carlo Figari, Cuec, 2014) e il volume sulla stampa in Sardegna edito dal Corecom (2019)

Copyright©2018 www.CarloFigari.it - Privacy Policy - Cookie Policy