Pino Careddu e il suo Sassari Sera

L'intera collezione digitalizzata e conservata in biblioteca

Pochi giornali della Sardegna sono perfettamente conservati in una biblioteca, digitalizzati e quindi facilmente consultabili da chiunque, come il settimanale Sassari Sera, pubblicato ininterrottamente dal febbraio 1960 al gennaio 2008, che riporta le cronache dettagliate e documentate dei principali avvenimenti che hanno interessato società, economia, politica e amministrazione, non solo regionale, di ben 48 anni. Il suo fondatore, direttore e instancabile cronista a tutto a campo ci ha lavorato con incredibile passione e lo ha fatto uscire sino a quando è stato stroncato da un male improvviso e con lui si è chiusa una storica testata. Pino Careddu (La Maddalena 1933-Sassari 2008) ha lasciato uno straordinario patrimonio, con la collezione completa del periodico Sassari Sera.

 

Gibi Puggioni

 

Dal gennaio 2009 un gruppo di amici di Pino ha dato vita, con il patrocinio della Confindustria del nord Sardegna, al Premio giornalistico dedicato al suo nome, attribuito a giornalisti nazionali che si sono distinti nella ricerca e denuncia delle verità scomode. Il premio si è chiuso dopo otto edizioni nel 2016. Nel contempo, per dare maggiore stabilità e ufficialità alle iniziative dedicate a Pino e al suo periodico, l’11 dicembre 2012 è stata costituita la Fondazione Sassari Sera Onlus, con l’obiettivo di conservare e divulgare attraverso la digitalizzazione l’intera collezione della testata. Il progetto è stato portato a termine con la consegna del lavoro nel marzo 2018 alla Biblioteca Comunale di Sassari dove oggi si trova custodito l’intero archivio del giornalista sassarese. La Fondazione Sassari Sera, avendo portato a termine meritevolmente il fine dell’atto costitutivo, si è quindi sciolta.

Il giornale riporta le cronache (ufficiali ma soprattutto le notizie e le indiscrezioni di “Palazzo”) di mezzo secolo di attività politica in Sardegna, un prezioso archivio a cui attingere a piene mani per ricostruire le vicende che si sono succedute nel tempo di cui Pino Careddu fu attento e pungente osservatore e cronista. Su Pino Careddu e sulla tormentata vita di Sassari Sera ha pubblicato due volumi Gibi Puggioni, storico corrispondente di Videolina e dell’Unione Sarda dal capoluogo turritano che di Careddu fu amico e collaboratore: “Buongiorno Eccellenza, ancora a piede libero?” nel 2008 e nel 2010 “I migliori danni della nostra vita/Sassari Sera, 50 anni di controinformazione”.  Entrambi i volumi sono stati editi da Carlo Delfino (Sassari): il link . Si veda la citazione bibliografica dei due volumi nel presente sito sulla storia del giornalismo in Sardegna (il link).

Pino Careddu

Nel  personale sito e su FB Gibi Puggioni invece ha scritto un Diario sulla sua carriera in cui ha dedicato un intero capitolo (il link: Il ricordo di Pino Careddu ) all’indimenticato “maestro”, che lo accoglierà nella redazione del giornale e lo avvierà alla professione.

«Pino Careddu è stato il mio maestro. È grazie a lui se sono riuscito a coronare il sogno di fare il giornalista. Se n’è andato il 20 gennaio del 2008. Era nato a La Maddalena il 18 settembre del 1933. Aveva 74 anni e negli ultimi anni era riuscito a superare pesanti problemi di salute. Il suo cuore malandato si è fermato alcuni giorni dopo un banale intervento chirurgico alla vigilia delle dimissioni dall’ospedale.

Ci eravamo incontrati per la prima volta nella redazione del suo giornale, Sassari Sera, in vicolo Bertolinis, a due passi da piazza Azuni. Un primo incontro per valutare la possibilità di un mio inserimento in redazione. La risposta fu positiva. Era il 1969, ci resterò fino al 1978. Avevo ventidue anni e un diploma di abilitazione magistrale. Sapevo che avrei lavorato per un periodico battagliero, informatissimo anche su cose scottanti, con un direttore dalla schiena dritta, che non guardava in faccia nessuno, tanto meno i rappresentanti di quella casta che governava la Sardegna e occupava i posti chiave degli enti di sottogoverno e delle banche».

Ecco come è nato il periodico che ha caratterizzato  mezzo secolo della vita giornalistica turritana, e non solo, così come viene rievocato nella ricostruzione di Puggioni.

«Pino dirigeva Sassari Sera fin dagli anni ’50. Con l’escamotage del numero unico per qualche tempo era riuscito a fare uscire il giornale in edicola senza registrare la testata in tribunale. Quando pestò i piedi a qualcuno, il questore lo invitò a regolarizzare immediatamente la posizione del giornale pena il divieto di stampa. Così nel febbraio del 1960 Sassari Sera fece la sua uscita in edicola sotto la responsabilità del suo direttore Pino Careddu attestata dalla gerenza. La storia di questo giornale di denuncia è finita nel gennaio del 2008, dopo 48 anni, con la scomparsa improvvisa del suo direttore. L’ultimo numero, che era ancora in tipografia, è stato completato da me e da Gavino Sanna.

Gavino Sanna e Pino Careddu

Quindi, con un gruppo di amici abbiamo subito deciso che dovevamo onorare la memoria di un giornalista straordinario e coraggioso, di un caro amico e ricordare l’importanza del ruolo svolto da Sassari Sera sul fronte del giornalismo d’inchiesta. Per prima cosa abbiamo messo al sicuro la collezione del giornale: 48 volumi trasferiti temporaneamente nella sede di Confindustria grazie alla disponibilità del direttore, Marco Tarantola. Fatta questa prima operazione, abbiamo cominciato a lavorare al progetto per ricordare Pino e il suo giornale che per tanti anni ha supplito alle carenze e ai vuoti di memoria della stampa ufficiale. È nata così la mia idea, condivisa, di scrivere un libro sulla storia di Sassari Sera: Buongiorno Eccellenza, ancora a piede libero?, editore Carlo Delfino. Era il novembre del 2008».

La copertina dell’ultimo numero con la caricatura firmata da Gavino Sanna

«Un anno dopo – scrive Puggioni nel Diario –  il pubblicitario Gavino Sanna, collaboratore prezioso del giornale fin dai suoi esordi, ha raccolto in un bel volume le caricature realizzate per Sassari Sera, fino all’ultimo visto che la prima pagina del numero uscito dopo la morte di Pino riportava un’immagine caricaturale del mio maestro con un’aureola sulla testa e una breve didascalia: “Ciao Pino”.  Al volume con tutte le sue caricature Gavino Sanna aveva voluto dare un titolo curioso, “Vipere insieme”, sempre pubblicato dall’amico comune, l’editore sassarese Carlo Delfino. Un titolo vero perché Pino indicava il personaggio e Gavino realizzava la caricatura sulla base del momento politico che viveva la Sardegna o delle vicissitudini personali dei vari politici o comunque uomini di potere. Una grande opera. Io intanto lavoravo ad un secondo libro sulla storia di Sassari Sera, “I migliori danni della nostra vita”, uscito nel 2010».

Gavino Sanna amico e collaboratore

Gavino Sanna è il più famoso pubblicitario italiano. Da solo ha vinto più premi che tutte le agenzie italiane assieme. Per ricordarne alcuni: l’Oscar mondiale della pubblicità, sette Leoni al festival internazionale di Cannes, l’unico Telegatto vinto da un pubblicitario italiano. Ha studiato alla New York University ed a Sassari ha avuto come maestri Filippo Figari, Stanis Dessy, Eugenio Tavolara, Vico Mossa e Mauro Manca. Per le edizioni Delfino ha pubblicato “L’inganno di un sorriso” e, con Aldo Tanchis, “Lo sguardo inquieto”. Qui a sinistra la copertina del suo libro che raccoglie gli strepitosi disegni per Sassari Sera.

 

Un premio a grandi firme nazionali

Riprendiamo il filo del racconto di Puggioni: «Questi furono i primi passi del progetto in memoria di Pino. Poi, su proposta di Marco Tarantola, abbiamo istituito un premio nazionale intitolato a Sassari Sera e al suo fondatore da assegnare annualmente a un giornalista d’inchiesta. Otto le edizioni organizzate dal 2009 al 2016. Un albo d’oro di tutto rispetto. Il primo premio lo abbiamo consegnato a Pino Maniaci, direttore di Tele Jato di Partinico, per il suo impegno contro la mafia. Quindi a Stefania Petyx di Striscia la notizia (2010), a Milena Gabanelli per la trasmissione Report (2011), a Gian Antonio Stella, inviato del Corriere della Sera, per le sue inchieste sugli abusi nella pubblica amministrazione (2012). Per la quinta edizione del premio la giuria ha scelto Fabrizio Gatti, inviato dell’Espresso, per le sue inchieste sull’immigrazione e la tratta dei “nuovi schiavi” (2013). A seguire (2014) un altro autorevole rappresentante del giornalismo d’inchiesta, Domenico Quirico, inviato de La Stampa, per sei mesi tenuto prigioniero in Siria da una banda di jihadisti. Quindi il primo premiato di origini sarde, Luigi Offeddu, nativo di Nuoro, dal 2007 corrispondente del Corriere della sera da Bruxelles per tutta l’Europa. Era il 2015. L’attività è andata avanti fino al 2016 nonostante le dimissioni del presidente e ci ha consentito di organizzare l’ottava e ultima edizione del premio, ritirato da Lirio Abbate, inviato de L’Espresso, da anni sotto scorta della polizia per le sue denunce contro la mafia e le altre organizzazioni criminali».

Nasce la Fondazione

Nel 2013 è stata costituita la Fondazione Sassari Sera onlus (oltre 120 soci), indispensabile per realizzare la seconda parte del progetto: la digitalizzazione dell’intera collezione del giornale. Nel medesimo anno è stato firmato un protocollo d’intesa tra Fondazione Sassari Sera e Comune di Sassari, che prevedeva il deposito in comodato gratuito dell’intera collezione di Sassari Sera (48 volumi, 571 fascicoli per un totale di 9450 pagine) nei locali della Biblioteca comunale a Palazzo d’Usini in piazza Tola. In questo modo, la società informatica Numera del Banco di Sardegna ha proceduto alla scannerizzazione  di tutte le pagine della raccolta, completando la digitalizzazione di tutto il giornale, oggi conservato e consultabile presso la biblioteca comunale.

 

La storia della Fondazione (il link su Facebook ) finisce, come detto, nel 2016. Su decisione del Cda l’avanzo di bilancio è stato devoluto al “Fondo di solidarietà per giornalisti in difficoltà” aperto dall’Associazione della Stampa sarda. «Pino avrebbe apprezzato», conclude Puggioni che di Careddu è il maggior biografo e di tutta questa vicenda legata a Sassari Sera è stato l’indiscusso animatore. 

Ai suoi libri, pubblicati dall’editore Carlo Delfino, che di tutti costoro è stato grande amico e sostenitore rimandiamo per piacevoli letture e approfondimenti.

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