1988, L’Unione Sarda verso il centenario

L'articolo di Giorgio Pisano sull'Almanacco di Cagliari

Ad un anno dalle celebrazioni per il secolo di vita de L’Unione Sarda, il direttore-editore del prestigioso Almanacco di Cagliari, Vittorio Scano, chiede al cronista di punta della testata cittadina di scrivere un articolo sulla storia del quotidiano cagliaritano tra passato, presente e futuro. Come appunto titola nel saggio pubblicato nell’edizione del 1988. L’Unione, fondato nel 1889, in quell’anno si stava preparando ai festeggiamenti del Centenario, un traguardo straordinario raggiunto navigando tra tante difficoltà, guerre, bombardamenti della redazione, il regime fascista che si era impossessato della testata trasformandola per un ventennio nel giornale ufficiale del partito, cambi di proprietà e di direttori. Ma nonostante tutto L’Unione ha continuato ad uscire oggi giorno in edicola e ad arrivare al punto dove si trova nel 1988: acquistato nel 1985 dal giovane imprenditore e pioniere delle emittenti private Nicola noto Niki Grauso, da giornale più vetusto d’Italia che ancora stampava a caldo (cioè col piombo fuso) mentre tutti erano passati al sistema offset, si ritrova a fare il grande salto nel mondo dell’elettronica acquistando negli Stati Uniti i primi computer e dopo aver saltato il passaggio della tecnologia a freddo, acquisisce le tecnologie più moderne sia per la produzione, sia per la stampa.

Un passaggio non certo indolore, ma inevitabile, che segnerà la nuova vita dell’Unione Sarda da lì a dieci anni ad avvenire.

L’articolo di Giorgio Pisano, che per gentile concessione dell’editore Scano pubblichiamo integrale qui nel sito, è magistrale nella scrittura e soprattutto nel contenuto, che anticipa ciò che sarebbe poi avvenuto. Pisano restituisce l’atmosfera di quegli anni e nel contempo, essendo in preparazione il Centenario, ripercorre la gloriosa quanto tormentata storia del giornale che nel 1988 ha raggiunto le centomila copie di vendita. Numeri oggi impensabili, mentre il fatto che L’Unione sia stato poi il primo quotidiano italiano ad entrare nel web (luglio 1994) e che nel 2019 ha festeggiato i 130 anni di vita, è il risultato di un progetto che parte proprio da quel fatidico periodo (1985-1989).

I direttori del Centenario

Nell’articolo Pisano cita il direttore Fabio Maria Crivelli (il quale compare anche in una foto scattata in redazione) richiamato al giornale da Grauso nel 1986 dopo un decennio a guida di Gianni Filippini che lo aveva sostituito nel 1976. Crivelli condusse il giornale per la seconda volta tra dal 2 marzo 1986 al 30 aprile 1988 (anno di uscita dell’articolo sull’Almanacco che veniva distribuito ai lettori tra gennaio e febbraio). Poi arrivò da Roma Massimo Loche (1° maggio 1988 – 3 luglio 1989) e quindi il timone passò nelle mani di Arturo Clavuot (4 luglio 1989 – 6 aprile 1994). Le celebrazioni del Centenario che durarono un anno e culminarono con le grandi feste al centro stampa di viale Elmas, videro quindi tre direttori protagonisti di quegli eventi descritti  da Pisano nell’articolo, ma il momento del brindisi toccò a Cicci Clavuot, giornalista che aveva fatto tutta la carriera all’interno del giornale ed era molto stimato e benvoluto da tutti i colleghi e dalla proprietà.

Un grande giornalista

Giorgio Pisano se n’è andato troppo presto, a solo 66 anni il 20 agosto 2016, ma restano sempre vivi i suoi articoli e il ricordo di un grande giornalista. Per questo pubblichiamo il saggio comparso sull’Almanacco, l’annuario dei cagliaritani e di tutti i sardi che alla storia della stampa, dei giornali e dei giornalisti, ha dedicato tantissimi articoli nel corso della sua lunga vicenda editoriale.

Nel sommario Vittorio Scano riassume il contenuto dell’articolo:

«Nato nel 1889 e passato attraverso varie fasi, sino alla crisi di alcuni anni or sono, il quotidiano cagliaritano gode oggi di ottima salute. Centomila copie di vendita giornaliere ed un bilancio balzato da dieci a ventisei miliardi confermano la validità delle scelte della nuova proprietà che ha realizzato un radicale rinnovamento puntando sulle più avanzate tecnologie».

Giorgio Pisano quando era un giovane cronista

Pisano, con l’onestà intellettuale e professionale che lo hanno sempre contraddistinto, dichiara al lettore di essere giornalista dipendente dell’Unione, quindi che scrive da un punto privilegiato (l’interno), ma nello stesso tempo rischioso per ovvi motivi.

L’imparzialità – sosteniamo – è oggettivamente un’utopia della professione, ma resta pur sempre l’obiettivo primario di ciascun buon cronista. Essere di parte può essere un limite inevitabile dallo status di chi scrive, ma cercare di fare un’informazione onesta e corretta è possibile proprio grazie alla professionalità. Per questo Pisano avvisa il lettore dicendo: «L’informazione è una, vale per quattro stagioni, non fa nemmeno saldi. Sospendiamo il giudizio, rimettendolo semmai agli storico del giornalismo. D’altra parte c’è da precisare che anche chi scrive non è esattamente un osservatore distaccato, ma un cronista che lavora a L’Unione da quasi quindici anni».  

Con questa premessa chiunque può trarre il giudizio che crede. Restano i fatti, la storia e l cronaca. Ecco l’incipit dell’articolo che ci introduce subito nel contesto.

L’Unione verso i cent’anni

«Alla vigilia dei cent’anni – scrive Pisano –  L’Unione Sarda naviga verso un orizzonte inquieto: la rivoluzione tecnologica ha rafforzato grandi catene editoriali, inseguito l’ombra rampante dei network. È difficile dire se, a un passo dal giro di boa per il terzo millennio, l’amato-odiato giornale dei cagliaritani conserverà una fisionomia casereccia In altre parole si prospettano tre scenari possibili: la creazione di un consorzio tra quotidiani, il gemellaggio con uno dei colossi dell’informazione o un solitario cammino in splendida autonomia.

«Chiederselo è importante, aiuta a capire quanto possa essere vicina una svolta radicale: da qui ai prossimi dieci anni il giornale potrà essere profondamente diverso. E realizzato – se dovesse esserci l’inserimento in un grosso circuito editoriale – con criteri nuovi: parte in Sardegna, il resto nella penisola.

 

«Basta pensare a cosa è accaduto nel maggio del 1985, col cambio della proprietà: destinato ad uscire dal mercato (attrezzature ed impianti obsoleti) L’Unione si ritrova oggi ad essere uno dei quotidiani tecnologicamente più moderni d’Italia. Nessuno poteva immaginare che in meno di due anni venissero investiti venti miliardi: nel 1987 L’Unione è scritta dal computer, rinnovata graficamente, proiettata verso altri traguardi».

Biennio di epocali novità

Iniziative editoriali; giochi con ricchi premi settimanali e mensili per incrementare le vendite; crescita della pubblicità; pensionamenti di giornalisti e soprattutto dei poligrafici (quaranta su un centinaio);  ringiovanimento della redazione con nuove assunzioni (nove in due anni hanno portato il corpo redazionale a cinquanta giornalisti); l’accettazione e l’ampliamento delle novità tecnologiche sia redazionali (computer, impaginazione, sezione grafica) sia nel processo di stampa. Nel frattempo la redazione si è allargata nell’ ampio “open space” con le postazioni di lavoro giornalistico e anche tecnico, nell’edificio che ospitava la vecchia rotativa e la tipografia, mentre in viale Elmas, nei pressi dell’aeroporto,  è entrato in funzione il nuovo capannone con due rotative capaci di stampare sino a 48 pagine (contro il limite di 24 della storica macchina di viale Regina Elena).

La nuova fase coincide col ritorno del “Cincinnato” Fabio Maria Crivelli che riprende la sua poltrona di direttore che aveva lasciato dieci anni prima al suo vice Gianni Filippini. 

Il nuovo corso dell’era Grauso

Così continua il racconto di Pisano: «Momenti difficili in redazione, dove si accende un vivace confronto sulla gestione delle tecnologie e del nuovo corso del giornale, ma alla fine prevarrà – nonostante scioperi e critiche – la linea del buon senso e della collaborazione con la proprietà per giungere ai traguardi prefissati, cioè al consolidamento del giornale nell’ambito regionale e la possibilità di futuri investimenti.

Niki Grauso negli anni Novanta

«Un certo Grauso», titola il capoverso dedicato all’ingresso nel 1985 del nuovo proprietario Nicki Grauso: trentasei anni (dunque giovanissimo) ha già un profilo manageriale di tutto rispetto grazie alle sue tv e radio che ne hanno fatto il leader assoluto dell’etere in Sardegna.

«È successo tutto nell’arco di due anni. Considerando che il giornale non è mai mancato un giorno all’appuntamento con i lettori in edicola», sottolinea Pisano:

«Non è poco. E qui finisce la cronaca che racconta il giornale sotto il profilo tecnico nella sua splendida cavalcata verso il futuro Il compito di guardare tra le righe, pesarlo sulla bilancia del rapporto qualità-quantità non spetta a noi. Che non vogliamo essere segretari dell’opinione dominante. E, tra le pagine de L’Almanacco, né pubblici accusatori, né peggiori del principe.

Nel balzo dall’Ottocento ad oggi il giornale ha conosciuto sedici direttori (compreso uno, quello attuale, che ha fatto il bis tornando in sella dopo un drammatico licenziamento, quattro proprietari, un centinaio di scivoloni, qualche azione al merito… 

Non chiedeteci una pagella su L’Unione, non potremmo compilarla. Più che di magre sufficienze o elogi sperticati abbiamo bisogno adesso di guardare un momento al passato, per capire e capirci».

Ed ecco il pdf dell’articolo  Ieri, oggi, domani apparso sull’Almanacco del 1988.

 

Chi è Giorgio Pisano

(Cagliari 1950- 2016), cronista e capocronista, inviato speciale, vicedirettore dell’Unione Sarda e per un biennio a capo della nascente redazione web del giornale. Laureato in Scienze Politiche, ha collaborato per diversi anni anche con Il Messaggero e con Maurizio Costanzo in un talk show televisivo. Da molti anni su L’Unione Sarda pubblicava interviste domenicali a personaggi celebri o assolutamente sconosciuti. Giornalista e scrittore di successo: tra i suoi libri Lo strano caso del signor Mesina, Lista d’attesa, Sulle orme di Lawrence, Cenere fredda. Nel 2014 ha vinto il premio Alziator con  il volume “La verità imperfetta” edito da L’Unione Sarda, che rilegge un fatto di cronaca degli anni Cinquanta. 

A Pisano è dedicata la tesi di laurea di Francesca Virdis, che pubblichiamo in un post di questo sito: la tesi 

Giorgio Pisano è stato collaboratore fisso dell’Almanacco di Cagliari e a lui il direttore Vittorio Scano affidava l’articolo di apertura della rivista. Si veda il link di questo sito: L’Almanacco di Cagliari  

Fonti:

L’Almanacco di Cagliari, edizione 1988

Copyright©2018 www.CarloFigari.it - Privacy Policy - Cookie Policy