“Ritratti di Sardegna” nuovo programma di intrattenimento di taglio politico socio economico, interviste di diversi personaggi del mondo politico, imprenditoriale e culturale dell’Isola. Curato da Mario Cabasino, il format si prefigge di mettere in luce temi di coesione, sviluppo economico, innovazione e ricerca per affermare l’identità sarda come forte peculiarità. Tutti i martedì alle 21 sull’emittente TCS (Telecostasmeralda Tv) del gruppo L’Unione Sarda/Videolina. Pubblichiamo qui l’intervista andata in onda a fine giugno 2022, a Gianni Filippini, storico direttore dell’Unione Sarda, presente in questo sito con diversi titoli e numerose citazioni. In particolare a lui è dedicato il post (si veda il link: “65 anni di giornalismo”), nel quale compare una biografia articolata.
Cabasino, autore di questo ciclo di interviste, professionista dal 1999, è stato direttore del Tg di Sardegna 1 dal 2010 a 2013. Dal 2009 ha ideato, curato e condotto la trasmissione di politica regionale e nazionale “Cronache dal Palazzo”. Nel 2015 sino al 2019 è stato presidente del CoReCom Sardegna con l’incarico di responsabile nazionale dei CoReCom per i rapporti con le televisioni private e locali (si veda il link sul volume del Corecom di cui ha curato la realizzazione). Attualmente lavora a Telecostasmeralda.
Il decano dei giornalisti sardi
Riportiamo qui l’intervista che Cabasino ha realizzato nel giugno 2022 a Gianni Filippini, nella sua abitazione di via San Lucifero a Cagliari che domina dall’alto piazza san Cosimo e la basilica di San Saturnino. Un’elegante e borghese abitazione, come si vede, affollata di librerie e libri in ogni angolo che rispecchia il decano dei giornalisti sardi che ai libri ha dedicato passione e professione. Nella chiacchierata di circa mezzora Filippini tocca molti punti interessanti sul lavoro del giornalista e sulla sua biografia, citando personaggi, aneddoti e fatti che ripercorrono la storia di un giornalista che ha attraversato le vicende della carta stampata, della radio e delle tv private dal dopoguerra ai tempi recenti. Per questo riteniamo importante raccogliere la sua testimonianza in questo sito, per noi che abbiamo vissuto parte di quegli anni e abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Filippini, conoscendolo e apprezzandolo da vicino. Ma soprattutto per le generazioni che verranno dei nuovi giornalisti per i quali sarà prezioso ascoltare dalla viva voce del protagonista i passaggi che hanno caratterizzato l’evoluzione della stampa dal “piombo” all’era digitale.
Una vocazione segnata dal destino
Così Filippini ricorda i suoi esordi con una curiosità: a suo dire è stato il destino a decidere che facesse il giornalista e non l’avvocato (come gli sarebbe piaciuto) o altro. Infatti avendo appena iniziato a collaborare nella redazione della cronaca di Cagliari dell’Unione ebbe modo di inviare il suo curriculum a vari enti ed istituzioni. Solo per un caso l’amministratore del quotidiano cittadino gli rispose per primo offrendogli un contratto e aprendogli in pratica le porte alla carriera. Una carriera tutta all’interno dell’Unione, da collaboratore a direttore. Già in quei primi tempi il giovane Filippini fresco di laurea in giurisprudenza si era fatto conoscere e apprezzare dai giornalisti assunti nella redazione di viale Regina Elena (pochi all’epoca, ma di grande spessore e che avrebbero lasciato un segno con brillanti carriere). Ed ecco i fratelli Fiori, Peppino che sarebbe andato a Roma vicedirettore del Tg2 e poi senatore; Vittorino invece diventò il più celebre dei capicronisti, fine critico d’arte e di cinema, direttore dell’Informatore del lunedì. E poi i ricordi dei due “vecchi” Antonio Ballero e Mario Pintor, il quale aveva l’ufficio di segretario di redazione al primo piano della palazzina dove scriveva i suoi puntuali e acuti corsivo su Cagliari e dintorni. Cita a memoria Antonio Cardia, Angelo De Murtas, Franco Brozzu allo sport (inizialmente in tandem con Mario Mossa Pirisino), Giorgio Melis e Tarquinio Sini. Per soffermarsi poi su Maria Paola Masala che fu la prima donna a diventare professionista in Sardegna e che fu scelta e assunta proprio da Filippini. Non poteva mancare un commosso ricordo del giovane Wladimiro Marchioni, ottimo reporter, morto in un incidente stradale mentre andava a coprire un servizio di cronaca. “Credo – sottolinea Filippini – che sia l’unico deceduto nel lavoro nella storia del quotidiano cagliaritano”. Quindi una carrellata di ricordi, dal direttore Fabio Maria Crivelli che firmò la sua assunzione e lo guidò nella strada che lo avrebbe portato a prenderne il posto al vertice del giornale nel 1976, agli editori che hanno posseduto L’Unione dal dopoguerra con la famiglia Sorcinelli, agli anni Sessanta (Nino Rovelli, l’avvocato Salvadori Del Prato), Ottanta/ Novanta (Niki Grauso) per finire negli anni Duemila con Sergio Zuncheddu che lo nominò direttore editoriale. Nel mezzo (fine anni 90/primi duemila) una parentesi politica con la giunta guidata dall’amico carissimo Mariano Delogu che lo volle nelle due legislature a capo degli assessorati della Pubblica Istruzione e della Cultura. “La politica non era la mia passione, ma Mariano fu così insistente che alla fine fui costretto ad accettare. Ma ad una condizione: che le deleghe per Istruzione e cultura fossero unite perché prima bisogna sempre partire dalla scuola”, rivela Filippini nell’intervista.
Figlio d’arte
Una carriera lunghissima, con collaborazione a Radio Sardegna, giornali della penisola e la trasmissione dedicata ai libri sardi su Videolina. Del resto – dice in apertura dell’intervista – a parte le circostanze della sua carriera, forse il destino aveva già scelto perché era figlio d’arte, essendo stato il padre Luigi giornalista, prima nei tre anni di vita de “Il Lunedì dell’Unione” (tra fine dicembre del 1928 il primo numero e fine maggio del 1932, l’ultima uscita), supplemento settimanale del quotidiano cagliaritano che ebbe un ruolo politico molto interessante e, per certi versi, antagonista rispetto al giornale-madre. Poi, chiuso il Lunedì nel maggio 1931, subito dopo – nel 1932 – Luigi Filippini diventò direttore del settimanale “Sardegna sportiva”, che uscì sino al 1941 con un taglio più popolare e appunto dedicato alle attività sportive e ludiche. Segretario e azionista della Società Editoriale Italiana, fu il protagonista di quella esperienza giornalistica. Arruolato nell’Esercito, morì nell’Isola durante la guerra nel 1943. Si veda in proposito l link il-lunedi-dellunione.
Una lunga storia raccontata con leggerezza e ironia nell’intervista a cura di Cabasino, ma non per questo “salottiera”. Ne esce il ritratto profondo di un uomo che ha vissuto intensamente la vita professionale, familiare, le amicizie e le passioni, con nel cuore sempre la sua Cagliari e la Sardegna. Da ascoltare con attenzione.
Il link dell’intervista. bakeca incontro taranto sera