La stampa cattolica oggi nell’Isola

Giampaolo Atzei traccia un panorama dell'editoria diocesana

La stampa cattolica vanta lontane radici in Sardegna dove il primo foglio, LIchnusa (giornale religioso, politico, letterario) uscì bisettimanale a Cagliari nel gennaio del 1856. Con questa testata iniziò la grande avventura del giornalismo cattolico nella nostra Isola, che dura tutt’ora con ben dieci giornali pubblicati in ciascuna delle diocesi sarde. La maggior parte è presente anche su internet, con l’edizione online. La stampa cattolica rappresenta un fenomeno editoriale interessante da studiare e importante dal punto di vista storico e sociale, per il ruolo che si è ritagliata in quasi due secoli di costante presenza nell’ambito regionale dove – oltre a svolgere i compiti istituzionali e religiosi legati al fatto di essere organi della Chiesa locale –  ha contribuito al dibattito culturale e politico che si è sviluppato nel tempo. In questo sito dedicato alla storia del giornalismo sardo non possono, dunque, mancare studi, articoli e saggi che raccontano e testimoniano l’esperienza della stampa cattolica.

Passato e presente in tre post

Di seguito qui pubblichiamo un post di Giampaolo Atzei (nella foto in alto) sull’attuale situazione editoriale; a seguire le origini e i “pionieri” della stampa cattolica dell’Ottocento nell’Isola con un saggio di Francesco Birocchi e quindi un terzo post con uno scritto del prof. Francesco Atzeni sulla stampa cattolica del Novecento.

Nel presente post Giampaolo Atzei ci restituisce una sintetica quanto completa analisi del panorama editoriale della stampa cattolica in Sardegna. Responsabile regionale della Fisc (la Federazione italiana dei settimanali cattolici) ha scritto il capitolo riguardante “la stampa diocesana in Sardegna” per il volume “Dalla prima radio libera al web”,  sulla storia dell’informazione regionale, promosso dal Corecom Sardegna e uscito nell’ottobre 2019 (si veda il capitolo 3, da pag. 136, nel link del libro)Un testo sullo stesso tema ha scritto anche per il volume “Il giornalismo in Sardegna: indagine sullo stato dell’informazione nell’Isola a cura dell’Ucsi” (presentato nel maggio 2018) alla cui realizzazione hanno contribuito due colleghi di area cattolica quali Mario Girau e Alessandro Zorco. Sul dossier si veda il capitolo dedicato a “La stampa diocesana” (pagg. 62-67) nel link presente in questo sito. 

Ed ecco il saggio di Atzei.

La stampa diocesana oggi

Quasi trentamila copie diffuse ad ogni numero, un milione di copie stampate in un anno, 150 mila lettori medi per uscita. Sono questi i numeri dei periodici diocesani della Sardegna aderenti alla Fisc, la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, espressione della comunicazione su carta stampata delle dieci diocesi sarde. Sono numeri che possono sembrare piccoli, da legare al dato storico di una regione poco popolata (appena 1.650.000 abitanti con una densità di 68 abitanti per kmq), ma non per questo poco importanti, anzi, se si pensa che il primo quotidiano sardo per diffusione, il cagliaritano L’Unione Sarda, stampa ormai poco più di 40.000 copie a numero nel 2020.

Alla luce della recente riforma dell’editoria, con l’approvazione della Legge 26 ottobre 2016, n. 198 (che ha ridefinito il sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, oltre che la disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e la composizione e le competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) e dei seguenti decreti attuativi, anche nell’Isola si è aperta una riflessione sui modi con cui proseguire quest’importante attività editoriale, strumento principale della comunicazione nelle più diverse aree della regione, con giornali locali che sono veri presidi di libertà espressiva e racconto del territorio, capaci di andare ben oltre le mura delle Chiese da cui nascono e i confini dell’ambito ecclesiale.

Ecco una tabella riassuntiva estratta dal Dossier citato.

Innanzitutto, stiamo parlando di una storia che viene da lontano. Difatti, in un panorama quanto mai composito, con tutte e dieci le diocesi dotate di un proprio periodico, appartengono alla Fisc alcune delle più storiche e importanti testate sarde:

  • Il più antico è la “Libertà”, settimanale dell’arcidiocesi di Sassari, nato nel 1910;
  • “L’Ortobene”, settimanale pubblicato a Nuoro, venne invece fondato nel 1926, ritagliandosi una specificità che dura ancora oggi, capace di competere con le testate regionali de L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna come testata autenticamente locale;
  • nel 1927 fu invece la volta di “Gallura e Anglona”, giornale della diocesi di Tempio Ampurias.
  • Nel secondo dopoguerra vennero poi fondati “Nuovo Cammino”(diocesi di Ales Terralba),
  • Vita Nostra”, arcidiocesi di Oristano, la cui eredità è oggi raccolta da “L’Arborense”;
  • il cagliaritano “Orientamenti” , in tempi recenti sostituito da “Il Portico”.
  • L’Ogliastra (fondato nel 1937) che ha ripreso le pubblicazioni;
  • La “Voce del Logudoro” pubblicato a partire dal 1952 nella diocesi di Ozieri.
  • Sono più recenti le esperienze nella diocesi di Iglesias, con “Il Corriere del Sulcis”, nato nel 1965, ma dalla vita non troppo lunga, sostituito attualmente da “Sulcis Iglesiente Oggi”, il più giovane di tutti i giornali diocesani, fondato nel 2000.
  • Nella diocesi di Alghero Bosa, a partire dal 1984 esce “Dialogo” .

Da quell’informazione, legata prima di tutto all’informazione della Chiesa locale, in un panorama fortemente polarizzato dalla contrapposizione ideologica tra i cattolici e le sinistre negli anni della Guerra Fredda, siamo oggi arrivati ad una comunicazione quanto più aperta, vicina a quel “giornalismo di prossimità”, al racconto positivo della società più volte auspicato anche da papa Francesco, secondo un’evoluzione che ha visto la stampa diocesana seguire il cambio dei tempi e delle modalità espressive. 

In questi ultimi anni, tra le diverse testate, è poi cresciuta una collaborazione sempre più intensa, fatta di scambi di materiali, articoli, fotografie, in occasione di eventi rilevanti per l’intera Chiesa sarda, o su temi di comune interesse, che hanno accresciuto la reciproca attenzione, in una dimensione che pare sinceramente di comunione e solidarietà.

Buona parte delle testate sarde è presente in rete, con propri siti e pagine sui diversi social network, sebbene la larghissima parte degli abbonamenti e delle copie vendute sono stampate, lasciando alle copie digitali numeri davvero esigui. La diffusione è prevalentemente nelle parrocchie e per abbonamento, anche se diverse realtà distribuiscono la testata anche nelle edicole e nelle librerie.

Nell’isola sei diocesi su dieci pubblicano un settimanale, mentre l’unico mensile dichiarato è L’Ogliastra, negli anni scorsi completamente ridisegnato nelle forme di un moderno magazine. Come si accennava in precedenza, per quanto la nuova legge sull’editoria potrà forse cambiare gli assetti attuali dell’organizzazione della stampa diocesana, questa rimane per ora sostanzialmente gestita dagli stessi enti diocesani, tranne alcuni casi in cui la gestione del periodico è demandata ad associazioni o soggetti comunque vicini alla diocesi, in raccordo pure con altre importanti realtà comunicative locali, quali le radio.

Una nota rilevante, sicuramente una novità rispetto al passato, è la numerosa presenza di laici alla guida delle testate. Difatti, se un tempo la direzione del giornale diocesano era solitamente affidata ad un sacerdote versato nella scrittura, magari affiancato da collaboratori di varia estrazione, più della metà delle testate sarde è adesso diretta da laici, chiamati professionalmente a tale impegno.

Quanto alla realtà occupazionale espressa dal panorama della stampa diocesana isolana, le diocesi sarde hanno assunto in questi anni 15 persone con contratti che variano tra il tempo pieno ed il part time. Di questi, però, appena un terzo sono giornalisti: in pratica i responsabili delle direzioni, affiancati da un buon numero di amministratori, addetti alla distribuzione ed alla logistica, tutti impegnati in un meccanismo che crea comunque un sensibile indotto sul territorio, con parecchie tipografie che sono ormai partner stabili della stampa diocesana e che, senza alcun dubbio, partecipano positivamente dell’economia legata a questi giornali. 

In tempi difficili come questi per il mondo del lavoro, e quello dell’editoria e del giornalismo in particolare, la sopravvivenza delle testate diocesane rappresenta pertanto, oltre che un faro di libertà civile per l’intera comunità, un segno di speranza. Le nuove frontiere della comunicazione non potranno che arricchire questa variegata realtà, valorizzando le diverse esperienze delle testate sarde, nella prospettiva dell’investimento, del progresso sociale, di una più profonda comunione tra le diverse Chiese diocesane, nel solco di una storia lunga ormai un secolo e radicata stabilmente in tutta la Sardegna.

Chi è Giampaolo Atzei

Giornalista pubblicista, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Iglesias e del settimanale Sulcis Iglesiente Oggi, è responsabile regionale della Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici.

Fonti:
  1. Il giornalismo in Sardegna: indagine sullo stato dell’informazione nell’Isola a cura dell’Ucsi
  2. Dalla prima radio libera al web. Volume sulla storia dell’informazione promosso dal Corecom Sardegna
Copyright©2018 www.CarloFigari.it - Privacy Policy - Cookie Policy