Il Sardegna Quotidiano

Nel 2011 quattro quotidiani sulla scena

Nella primavera un gruppo di colleghi provenienti dall’esperienza di EPolis costituisce la “Cooperativa Giornalisti Sardi” e studia un piano di fattibilità di un nuovo quotidiano locale, radicato a Cagliari e hinterland, con la prospettiva di “sdoppiare” l’iniziativa anche nel nord dell’Isola. Così, il 28 giugno – qualche giorno prima dell’uscita di un altro giornale, Sardegna 24 – viene diffuso a Cagliari nelle edicole e in decine di “punti free” Il Sardegna Quotidiano.

Nell’estate del 2011 con la crisi dell’editoria già pesante e crescente su tutto il territorio nazionale, nell’Isola troviamo quattro quotidiani: i due leader “storici” e le due novità che cercano di ritagliarsi un loro spazio. Dietro le nuove iniziative c’è l’entusiasmo dei giornalisti e la volontà di continuare a fare questo mestiere dopo precedenti esperienze e scelte professionali, ma si muovono anche interessi politici in vista di elezioni politiche e regionali. Il quadro presenta forti tensioni e divisioni soprattutto nel centrosinistra che, dopo aver governato con Renato Soru per quattro anni (2004-2008), si ritrova all’opposizione nella Regione ora guidata dal centrodestra con presidente Ugo Cappellacci. 

Il Sardegna Quotidiano, edito dalla cooperativa, diretto dall’ex Nuova Sardegna Fiorentino Pironti, si presenta con una grafica d’impatto (creata dallo studio Alberto Valeri), grandi immagini e titolazione “robusta”, 24 pagine full color, ha un formato “Berliner” leggermente allungato rispetto al classico tabloid ed è stampato dalle “Grafiche Ghiani”. Sul piano dei contenuti il giornale è sostanzialmente suddiviso in quattro sezioni: il “primo piano” comprende le notizie più forti di Cagliari e Sardegna, la seconda parte è un dorso centrale sulle notizie di cronaca del capoluogo e hinterland, sistemate con un’impaginazione frammentata (brevi, colonnini, tagli), poi lo sport e la cultura. Nelle 24 pagine sono residuali i contenuti nazionali, fatta eccezione per i grandi “eventi”. 

Un’altra caratteristica, tipica del modello iberico, è quella di portare davanti come intermezzo fra i “primi piani” le pagine dei commenti, lettere e opinioni. La redazione, che si trova nel Centro direzionale Pittarello, sulla ex 131 a Sestu, è composta da una decina di redattori, guidati dal dinamico vicedirettore Alessandro Ledda, con alle spalle le esperienza all’Unione e ad EPolis. Anche in questo caso la formula scelta è quella del free and pay: le 10-15 mila copie vengono in gran parte offerte gratuitamente nei piccoli esercizi commerciali di Cagliari e per il resto distribuite in tutte le edicole di Cagliari e nell’hinterland ristretto. 

Il giornale piace, attira simpatie, è ben fatto e comunque rappresenta una voce alternativa ai maggiori quotidiani. I cronisti “pedalano” e ogni tanto riescono a dare qualche “buco” e notizie esclusive. Ma la pubblicità è scarsa, insufficiente per consentire un break even stimato sulle diecimila copie (il livello minimo di copie vendute che consenta la sopravvivenza del giornale con il pareggio dei costi). Senza aiuti pubblici e/o importanti finanziamenti di un qualche “generoso” editore, il futuro è segnato. 

Dopo una sospensione delle pubblicazioni, nell’autunno del 2012, che consente una ristrutturazione societaria per garantire al progetto un respiro più ampio, il giornale si ripresenta ai lettori nel febbraio del 2013,  con una redazione più snella formata quasi esclusivamente dai soci della coop “Giornalisti Sardi” che, finalmente, può godere dei contributi regionali previsti per l’editoria. Una boccata d’ossigeno, ma niente più. Il Sardegna Quotidiano nella nuova veste continua a resistere puntando su un’informazione alternativa a quella delle due testate storiche. Ma alla fine dell’estate cessa le pubblicazioni. 

Fonti:

Estratto aggiornato del volume di Carlo Figari “Dalla linotype al web” (Cuec, 2014)

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