L’Unione Sarda, ieri oggi e domani

Su Facebook ricordi e immagini del gruppo di giornalisti e poligrafici

La storia dell’Unione Sarda nelle fotografie uscite da vecchi album e nei ricordi di chi ha vissuto la vita del giornale lavorando per molti anni alla realizzazione del più antico quotidiano dell’Isola. Grazie a una pagina su Facebook “L’Unione Sarda, ieri oggi e domani(il link) ogni giorno scopriamo o ritroviamo un’immagine, un personaggio, un augurio, un pensiero e quant’altro ci possa far sentire parte di una grande famiglia.

Mario Ruda al centro con i grandi campioni Gigi Riva e Sandro Mazzola in visita alla redazione del giornale

La pagina riservata agli iscritti è stata creata dal poligrafico Mario Ruda il 21 ottobre 2015, poi modificata il 7 agosto 2018 per arrivare all’attuale gestione a cura in particolare di Andrea Sanna. È dedicata a poligrafici,  giornalisti ed ex dipendenti, come si dice un “gruppo chiuso”, ma particolarmente attivo e numeroso.

Giornalisti, poligrafici delle diverse specializzazioni, amministrativi, collaboratori, pubblicitari, entrati al lavoro sin da giovani in gran parte nella sede di viale Regina Elena e nel primo centro stampa di Elmas (aperto nel 1987), hanno visto dal di dentro le numerose tappe di un giornale prestigioso che è stato l’ultimo in Italia a lasciare la lavorazione “a caldo” e tra i primi a passare nell’epoca dell’elettronica ai computer, saltando a pié pari il processo “a freddo” dell’offset per ritrovarsi catapultato nella modernità più innovativa della stampa. Così L’Unione Sarda è entrato nell’era di internet stabilendo un record di cui possiamo andar fieri nell’estate del 1994 quando è stato il primo quotidiano italiano ad uscire online sul web e ad essere letto in contemporanea in ogni angolo del mondo. Un primato che pone il “nostro” giornale – perché noi tutti lo sentiamo da sempre così – nella storia non solo della stampa italiana e che ci ha portato all’attenzione internazionale.

L’Unione Sarda ha superato nella sua ultra secolare vita (fu fondato nel 1889) due guerre mondiali; il ventennio del regime fascista che se ne era impossessato senza tuttavia scalfire il suo ruolo nell’informazione quotidiana su ciò che avveniva nel mondo e alle cronache dell’Isola; i bombardamenti di Cagliari nel 1943 che hanno distrutto pure la sua sede; la ricostruzione e il boom economico; la concorrenza di diverse iniziative editoriali che hanno invano cercato di scalzarne il primato confermandosi leader assoluto; varie crisi economiche e nell’ultimo decennio la più devastante che ha colpito in particolare il settore della carta stampata. Ha conosciuto periodi di grandi tirature e vendite in una regione poco popolata, superando spesso le centomila copie. Oggi è sempre presente sul mercato tra i primi quindici quotidiani italiani per copie diffuse (in edicola e online) grazie – doveroso sottolinearlo – all’editore Sergio Zuncheddu che è riuscito sinora a tenerlo attivo e indipendente dai  gruppi editoriali nazionali.

Dietro a queste battaglie, dietro al lavoro quotidiano, dietro ad ogni copia che viene realizzata nella nuova sede di Santa Gilla ed esce dal centro stampa di Elmas (attivo dal 2004), c’è il lavoro di tante persone, che partecipano alla vita dell’Unione Sarda. Oggi come ieri, come speriamo e, siamo certi, continuerà nel tempo perché questa testata rappresenta Cagliari e la Sardegna e si deve considerare una vera “istituzione” pubblica.

A sinistra Andrea Sanna

In questo sito (si veda il link della categoria Giornalismo) si possono già trovare numerosi post, pdf di pagine e testi, articoli, che raccontano la storia dell’Unione Sarda dalle origini ad oggi nei vari aspetti. Qui ne aggiungiamo un altro che riguarda appunto la memoria dei lavoratori attraverso le immagini e i ricordi. Un archivio importante costituito e realizzato grazie ai social (in questo caso Facebook) che ci consente di recuperare materiale destinato altrimenti a rimanere negli album di famiglia e quindi dimenticato dalla memoria collettiva. 

Il prezioso lavoro degli amici Mario Ruda e soprattutto Andrea Sanna tornerà utile alle prossime generazioni e a chi si occuperà di continuare a raccontare la storia dell’Unione. Nello scrivere i post pubblicati in questo sito, dedicato alla storia della stampa nell’Isola a 360 gradi, la difficoltà maggiore è stata proprio quella di trovare le foto dei protagonisti. Mancano le immagini di direttori, redattori, giornalisti noti e meno noti, fotoreporter (proprio di questi straordinari professionisti ce ne sono pochissime in giro). Bisogna andare a chiedere alle famiglie o cercarle su internet, ma spesso con scarsi risultati.

La vivacità del gruppo

La caricatura del direttore Filippini realizzata da Renato Figari

Ed ecco che grazie ad Andrea Sanna, che si fa chiamare il “vostro Grillo” (parlante), ogni mattina sullo spazio FB del gruppo esce una foto, la copertina di un libro delle numerose collane pubblicate per la “Biblioteca dell’identità” del giornale (che fu ideata e curata dal direttore editoriale Gianni Filippini), una pagina del quotidiano, un ritaglio, un ricordo, un aneddoto di lavoro, e non ultimi gli auguri di compleanno per chi festeggia tra il centinaio di iscritti. 

Solo il fatto di vedere tanta partecipazione con i numerosi “like” o con qualche frase di saluto, ci fa sentire partecipi di una comunità che ha davvero una grande storia alle spalle. Quindi ringraziamo in questo spazio chi continua con passione ad adoperarsi perché il gruppo vada avanti e si allarghi ad altri contributi, sperando per il futuro che trovi un proseguimento con qualcuno delle nuove generazioni che ne sappia raccogliere l’eredità.

La passione di Andrea Sanna

Andrea Sanna al centro stampa

Andrea Sanna (nato a Cagliari nel 1940) nella sua abitazione di Quartu conserva un vero archivio pieno di ritagli, vecchi giornali e di molte pubblicazioni uscite con L’Unione, soprattutto quelle che celebrano gli anniversari tondi (90 anni, il centenario, i 120). Nonostante i problemi di salute, con cui combatte da tempo, non ha perso la passione per quel mestiere di tipografo che ha svolto per quasi mezzo secolo. «Ho cominciato a 17 anni nella tipografia della Società Poligrafica Sarda, dell’indimenticabile editore Ettore Gasperini scomparso proprio in questo 2021 – racconta – dove ho imparato a lavorare come eliografo, utilizzando lo strumento per stampare i progetti di ingegneria. Nel 1973 ebbi l’occasione di entrare nella tipografia dell’Unione Sarda, per fare delle sostituzioni coprendo il doppio turno: sino alle 21,30 lavoravo nel settore della stereotipia e dalle 23 passavo alla rotativa che stava all’interno della sede di viale Regina Elena. Poco dopo con mia grande soddisfazione fui assunto. Fu un inizio difficile perché in quel periodo cominciò ad uscire “Tuttoquotidiano” che veniva stampato in offset, un metodo più moderno del nostro piombo, che dava la possibilità di utilizzare il colore e di fare “ribattute” in tempi rapidissimi anche a tarda notte. Ma l’anno decisivo fu il 1986 con l’arrivo dei primi computer in redazione e l’avvio del procedimento di stampa elettronico. Nel 1987 finamente fu inaugurato il nuovo centro stampa, con macchinari moderni e rotative veloci, che ci consentirono di stampare anche diversi quotidiani nazionali: Il Corriere della Sera, il Corriere dello sport, La Gazzetta dello sport, poi tutti gli altri, soprattutto d’estate quando la Sardegna si riempiva di turisti».

La rivoluzione tecnologica

«Il passaggio alle nuove tecnologie – continua nei suoi ricordi Sanna – comportò davvero una rivoluzione per tutti, sia per i giornalisti che per noi poligrafici. I tipografi sino a quel momento rappresentavano un elemento fondamentale nella catena lavorativa. Eravano molti, impegnati in tutti i settori: linotipisti, impaginatori, addetti ai flani e alla stereotipia per produrre le lastre di piombo che poi servivano per realizzare le “selle” da sistemare sopra i cilindri delle rotative. A quel punto iniziava la stampa e l’uscita delle copie. Un meccanismo perfetto, tutti dovevano svolgere il loro compito rapidamente perché tra l’una e le due di notte il giornale doveva essere chiuso in tipografia e si doveva stampare. Ma era anche un lavoro faticoso che si svolgeva di notte, in condizioni di rischio per l’uso del piombo che era causa di malattie professionali quali il saturnismo»

Il ricordo di tanti tipografi

L’ing. Giuseppe Andretta

«In quel fatidico biennio – ricorda Sanna – furono mandati in pensione un centinaio di tipografi. Chi non aveva l’età ed era ancora giovane poté seguire corsi di formazione e passare ad altra funzione. Così i nostri camici neri sporchi di inchiostro furono sostituiti da camici bianchi, il piombo dai computer. Di quegli anni eroici di grandi cambiamenti ricordo i capi del centro stampa, il sassarese Vittorio Manai, e l’ingegnere Giuseppe Andretta, rimasto alla guida del settore come consulente sino ad oggi». 

Il proto Franco Marini in tipografia

«I proti erano figure carismatiche, i veri direttori d’orchestra della tipografia: l’intero ciclo lavorativo, dal momento in cui arrivava un articolo, dipendeva da loro. Non ebbi modo di conoscere il famoso cav. Pala di cui tutti parlavano, poi furono prescelti Edoardo De Gioannis, Nino Ghiglieri, Alessio Marongiu e Piero Operti. Quindi arrivò un romano assai preparato quanto caratteristico, Alvaro Rossi da noi chiamato “du litri” per certe sue passioni enologiche, al quale seguirono l’indimenticato Franco Marini, Guido Pusceddu e i giovani della successiva generazione».

«Tra i tanti colleghi mi vengono subito alla mente alcuni che qui cito a memoria, ma altri nomi mi farà piacere segnalare in seguito. Alle linotype c’erano Sergio Rocca, Angelo Pelufo, Ettore Rachel; all’impaginazione Domenico Pisano, Eliano Cutrano, lo stesso Franco Marini, Marcello Piredda, Ginetto Sanna, Piero Piludu, Antonello Meloni, Piero Marcialis, Salvatore Mereu; al reparto stereotipia, alla fotomeccanica e alle rotative Franco Balistrieri, Silvio Angius, Mondo Muscas, Fiorenzo Boi, Salvatore Mura, Luciano Luigi, Graziano Putzolu, Silvano Impera; alle spedizioni Agostino Piludu, Giampaolo Zedda, Cicci Marcialis».

Al banco di impaginazione: Piero Piludu, Salvatore Mereu, Franco Marini

«Un particolare ricordo va a Piero Piludu, apprezzato impaginatore, che aveva una grande passione per la storia del giornale. Nel tempo ha raccolto preziosi ricordi di vecchie copie e immagini che hanno consentito di stampare un bel volume (nella foto la copertina)».

«Tra i ricordi più vivi – continua Sanna –  il grande direttore Fabio Maria Crivelli che quando si arrabbiava lo faceva davvero, affacciandosi sulla rampa di scale che portavano giù in tipografia, e Vittorino Fiori direttore dell’Informatore del lunedì, e soprattutto Gianni Filippini, che voleva al tavolo di impaginazione i suoi tipografi più fidati, Franco Marini e il giovane Marcellino Piredda».

«Questo gruppo – conclude Andrea – ogni giorno mi aiuta a ricordare i tanti colleghi e amici. Molti ci hanno lasciato tra poligrafici e giornalisti, con altri ogni tanto ci sentiamo. L’Unione è sempre stata una grande famiglia».

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Nota: in questo sito nella sezione Archivio/Foto (il link)  raccogliamo  una selezione delle foto più significative, con il consenso del Gruppo e dei proprietari delle immagini.

 

Fonti:

Facebook

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