La Sardegna e il Mediterraneo

Il Rapporto dell'Isprom con i saggi sulla stampa sarda e tunisina

Il 2023, tra guerre e disastri naturali, ha fatto segnare una forte ripresa dell’immigrazione clandestina in Italia dalle coste del Nord Africa con i maggiori flussi diretti verso Lampedusa e le coste siciliane provenienti in maggioranza da Tunisia, Libia e Algeria. Anche la Sardegna ha visto arrivare un numero crescente di migranti. Un fenomeno che suscita preoccupazione e impegna l’Italia a cercare nuove politiche per l’accoglienza e la gestione dei flussi. Allo scopo di studiare questo fenomeno che non è nuovo, ma affonda radici lontane, è stato promosso un importante lavoro di ricerca condotto dall’ISPROM con la collaborazione della Fondazione di Sardegna, docenti delle due università sarde, saggisti e ricercatori, e curato da Michela Cordeddu, Patrizia Manduchi, Giovanni Sistu e Stefano Usai. Nasce così il volume (Arkadia editore, Cagliari 2023) “1° Rapporto La Sardegna e il Mediterraneo”, che dedica un’ampia parte alle relazioni tra la Sardegna e la Tunisia nella seconda metà dell’Ottocento, sfociate nella pubblicazione di diversi giornali e riviste, alcuni stampati a Cagliari e spediti e diffusi a Tunisi e nel Nord Africa. Si veda il link dell’evento.

Settimanali e periodici (alcuni avranno una breve vita, ma altri più lunga durata) che rappresentavano la comunità italiana e soprattutto sarda in Tunisia e che, proprio per questo, ebbero un ruolo importante nelle relazioni culturali, sociali, economiche e politiche tra sardi, italiani e tunisini. In questo quadro si inseriscono i francesi che miravano a scalzare la colonia italiana come poi accadde a partire dal 1881, quando il Paese divenne protettorato sotto il governo di Parigi. Ebbene, nel Rapporto compaiono alcuni saggi che ricostruiscono e approfondiscono le vicende della stampa e che per questo meritano un ampio spazio nel nostro sito dedicato alla storia del giornalismo in Sardegna, ancor di più perché queste testate sono pressoché sconosciute o ignorate dalla maggior parte dei giornalisti e magari dagli stessi storici. Nel sito ampie citazioni già compaiono in diversi post, ma ora queste testate vengono esaminate con inedito approfondimento, arricchito da preziose bibliografie a cui si rimanda per ulteriori studi.

La stampa tra Sardegna e Tunisia: una storia poco nota

Un doveroso ringraziamento va dunque all’Isprom per aver promosso questo studio e in particolare ai ricercatori che hanno firmato questi importanti saggi sulla stampa. Patrizia Manduchi, Stefano Pira e Alessandra Marchi, dell’Università di Cagliari, che hanno affrontato il tema da diversi aspetti. A loro aggiungiamo un lavoro del ricercatore Nicola Gabriele, presente nel sito con altri importanti saggi sulla storia della stampa sarda e della censura nell’Ottocento. Per gentile concessione dell’editore Riccardo Mostallino Murgia di Arkadia edizioni, e degli autori dei tre saggi pubblichiamo, a seguire il presente post introduttivo, i loro personali contributi, che attualizzano lavori del passato firmati da illustri studiosi quali Francesco Atzeni, Laura Pisano, Michele Brondino, Tito Orrù, Rosario Cecaro e Gianni Marilotti.

Cos’è il Rapporto

Il Rapporto è il principale risultato delle attività di ricerca di un nutrito e multidisciplinare gruppo di ricercatori, esperti nei campi dell’economia, della geografia, della storia, ma anche archeologia, storia delle migrazioni e trasportistica. Il Rapporto è nato da un’idea di ISPROM, in collaborazione con l’Università di Cagliari, grazie al finanziamento di Fondazione di Sardegna… «Presenta una accurata analisi dell’odierna situazione della mobilità in Sardegna che parte da scenari demografici molto preoccupanti e che descrive una Sardegna ospitale, ma lungi dall’essere rilevante per la scarsità dei numeri della componente straniera (soprattutto dopo la pandemia). A questa situazione fa da contraltare un passato particolarmente vivace e ricco di scambi, con particolare riguardo alla Tunisia».

Sardegna e Tunisia, stretti legami

Questo Paese è stato scelto come caso di studio per questo primo rapporto perché è stato quello con il quale la Sardegna ha storicamente avuto i legami più stretti e continuativi sin dalla metà del XVIII secolo. Tali legami ora si stanno rinsaldando anche in ragione del fatto che la Tunisia nel più recente periodo attrae quote crescenti di pensionati italiani e sardi.  All’analisi accurata dell’odierna situazione della mobilità in Sardegna, che parte da scenari demografici molto preoccupanti e che descrive una Sardegna ospitale ma lungi dall’essere rilevante per la scarsità dei numeri della componente straniera (soprattutto dopo la pandemia), fa riscontro una sezione storica che descrive la vivacità di scambi nel passato lungo quel tratto di mare che separa Sardegna e Nordafrica, con particolare riguardo alla Tunisia, scelta come caso di studio per questo primo report perché è il Paese arabo mediterraneo con il quale la Sardegna ha storicamente avuto i legami più stretti e continuativi sin dalla metà del XVIII secolo all’inizio del XX secolo: si andava a cercar lavoro in un Paese non troppo lontano, ricco di miniere, di tonnare e di saline, e spesso ci si stabiliva per lunghi periodi o per il resto della vita, all’interno di una comunità di italiani molto consistente numericamente e storicamente radicata. E soprattutto minatori (ma anche tecnici formatisi in Sardegna) furono i sardi, come ci viene ricordato dalla ricostruzione attenta dei flussi nel corso dei decenni e soprattutto dalle testimonianze dei parenti di coloro che hanno lavorato in Tunisia partendo dal Sulcis-Iglesiente.

Numerose testate italo-tunisine

«Un altro aspetto che abbiamo voluto sottolineare nel Rapporto – scrive Patrizia Manduchi – perché sorprendente, è relativo alla stampa sarda, sia quella pubblicata a Cagliari ma rivolta alla comunità di italiani (e sardi) in Tunisia, sia quella di protesta sociale e in lingua italiana, di cui il piccolo giornale “Il Minatore” è un esempio molto interessante. Allo stesso modo, emblematico di come veniva percepita a livello internazionale la vicinanza fra Sardegna e Tunisia, un piccolo focus è stato dedicato alle vicende di el-Mostakel, il giornale stampato in arabo a Cagliari fra il 1880 e il 1881 e guardato con preoccupazione dalle autorità francesi (alla vigilia della proclamazione del protettorato) perché accusato di essere uno strumento della politica italiana antifrancese.

Spissu: importante contributo culturale

Giacomo Spissu

«Il rapporto prodotto dall’ISPROM che analizza le relazioni e gli scambi tra la  Sardegna e i paesi della sponda sud del Mediterraneo – scrive nella prefazione Giacomo Spissu, presidente della Fondazione Sardegna – rappresenta un contributo molto interessante per la comprensione delle dinamiche economiche e sociali che caratterizzano questo importante contesto geografico. Questa analisi ha permesso di comprendere le problematiche e le interazioni possibili con un’area geografica estremamente variegata dal punto di vista culturale e socioeconomico.

Tuttavia, il rapporto non si è limitato ad analizzare solo gli aspetti legati ai flussi economici, ma ha posto l’attenzione anche sui flussi migratori, un tema delicato e spesso strumentalizzato nella discussione pubblica. In Sardegna, i numeri della componente straniera sono ancora limitati e nonostante l’isola sia ospitale, non si è ancora sviluppata una significativa esperienza di cooperazione con i paesi di provenienza degli immigrati. Il rapporto, tuttavia, sottolinea come una maggiore apertura alla mobilità possa essere un’opportunità per la Sardegna, considerando la sua situazione demografica caratterizzata da un basso tasso di natalità. Il rapporto analizza, inoltre, le esperienze di cooperazione tra la Sardegna e i paesi della sponda sud del Mediterraneo, espressione di molteplici opportunità di dialogo interculturale, ricerca scientifica, scambio di saperi e ricerca di prospettive condivise. La ricerca sottolinea come la cooperazione sia l’elemento fondamentale per il raggiungimento di obiettivi comuni tra i paesi del Mediterraneo e che, in questo senso, la Sardegna può diventare un importante attore nel processo di costruzione di una dimensione regionale del Mediterraneo».

Cherchi: le finalità degli studi 

Antonello Cabras

«Le conoscenze acquisite e la loro divulgazione – sottolinea Salvatore Cherchi, vicepresidente ISPROM – potranno essere di ausilio per la formazione della politica degli scambi fra la Sardegna e i Paesi dell’area meridionale mediterranea: un ausilio ai soggetti istituzionali, politici e sociali che hanno la responsabilità di sviluppare programmi strategici di lungo periodo e uno strumento per verificare gli esiti degli stessi programmi. Anche i cittadini e le cittadine potranno formarsi un’opinione sulla base di dati verificati e divenire più consapevoli del grado di integrazione dell’Isola nell’area mediterranea al di là delle sensazioni e di una certa retorica sulla sua centralità.  Il Rapporto è caratterizzato dalla restituzione di una sintesi complessiva. Questo connotato lo rende non alternativo, ma funzionalmente distinto da pubblicazioni finalizzate a specifici temi o settori già prodotte su Sardegna e Mediterraneo. L’intento è di pubblicare un Rapporto con cadenza annuale: si potrà così osservare e valutare l’evoluzione dei fenomeni indagati».

Cos’è l’ISPROM

L’Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo è stato costituito a Sassari il 21 gennaio 1972 da un gruppo di professori universitari accomunati dall’interesse scientifico e politico per i problemi giuridici, economici e sociali che costituiscono la «questione mediterranea». Dal 1979 l’ISPROM ha il sostegno istituzionale della Regione della Sardegna. La direzione dell’Istituto è affidata a professori universitari, la presidenza a personalità politiche sarde. La direzione ha sede a Sassari, l’ufficio di presidenza a Cagliari. Scopi fondamentali e compiti istituzionali dell’ISPROM sono (secondo l’art. 2 dello Statuto):

a) contribuire alla presa di coscienza da parte dei popoli del Mediterraneo della loro posizione nel mondo; b) contribuire alla conoscenza della struttura dei Paesi del Mediterraneo, sia svolgendo direttamente ricerche sia promuovendone nelle zone interessate; c) lavorare per la formazione di quadri per l’intervento sociale in questi Paesi, operando al tempo stesso per la rimozione degli ostacoli culturali ed economici che oggi si oppongono a una attività formativa democratica; d) studiare il valore della dimensione regionale come momento essenziale per lo sviluppo dei rapporti di collaborazione tra i popoli del Mediterraneo.

Le principali attività dell’ISPROM consistono in ricerche, seminari e convegni, pubblicazioni, predisposizione di programmi e di progetti. Per tutto si veda il link dell’Isprom.

Fonti:

Dal volume Il 1° Rapporto La Sardegna e il Mediterraneo, pubblicazione dell’ISPROM, Cagliari 2023

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