Asproni, il politico giornalista

Straordinaria figura di sardo nell'Italia risorgimentale

Giorgio Asproni (Bitti 1809 – Roma 1876) può essere considerato un giornalista a tutti gli effetti, fondatore di giornali, direttore e redattore, acuto osservatore delle vicende sociali ed economiche nazionali, pungente polemista e quindi editorialista come oggi si intende il ruolo di chi fa opinione e commenta nelle Prime pagine di quotidiani e settimanali. Su questo poliedrico personaggio sardo, che ha attraversato in pratica quasi tutto l’Ottocento, esiste un’ampia bibliografia, diversi saggi biografici e sulla sua attività di politico, atti di convegni e soprattutto i suoi articoli pubblicati nelle numerose testate in cui ebbe modo di esprimersi. Asproni, a partire dalla fine degli anni Quaranta, collaborò con i maggiori organi di stampa di orientamento democratico nelle città in cui le esigenze dell’attività politica lo indussero a trasferirsi: Cagliari, Genova, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Roma e Milano. Negli anni 1864-1865 fu direttore del Popolo d’Italia di Napoli, giornale di ispirazione mazziniana a cui collaborò anche Aurelio Saffi.

Brevi note biografiche

Asproni è stato un politico italiano, tra le massime figure della storia moderna sarda, autonomista e repubblicano. Fu deputato del Parlamento Subalpino e della camera del Regno d’Italia per un totale di nove legislature. Laureatosi in giurisprudenza presso l’Università di Sassari, abbracciò la vita ecclesiastica per volontà dello zio il canonico Melchiorre Dore. Divenne canonico penitenziere di Nuoro, dove insegnò teologia morale. La vivacità dell’ingegno lo spinse a condurre una vita piena e movimentata, mentre emergevano le sue tendenze democratiche e repubblicane. Si presentò candidato alla Prima legislatura, ma la sua elezione fu annullata per incompatibilità con la carica di canonico. Svestito l’abito talare nel 1849 per seguire questa sua passione politica, divenne uomo di punta della rappresentanza sarda del Parlamento Subalpino e della Camera del Regno d’Italia per ben 27 anni, schierato nelle file della Sinistra.

Pioniere dell’autonomismo sardo

Dotato di spiccate doti oratorie, si occupò delle più importanti problematiche della Sardegna del tempo: agricoltura, colonizzazione, infrastrutture ferroviarie e marittime, miniere, circoscrizioni giudiziarie e amministrative, ordine pubblico. Fu uno dei primi e più convinti sostenitori della concezione dell’autonomia sarda inserita in una prospettiva federalista. Gli viene attribuito l’opuscolo “Progetto di legge pel miglioramento de’ Regolari dell’Isola di Sardegna” del 1850. La sua azione di sensibilizzazione della classe politica nazionale sui problemi sardi portò il governo, nel 1868, ad istituire un’inchiesta parlamentare sulle condizioni dell’isola; inchiesta presieduta da Agostino Depretis che peraltro non sortì gli effetti desiderati.

A Genova firma autorevole de Il Pensiero Italiano

A Genova, alla fine degli anni Quaranta, i contatti con gli esponenti delle correnti democratiche lo confermarono nella persuasione che il problema italiano poteva essere risolto soltanto con un riordinamento nazionale in cui la Sardegna, a fianco degli altri stati italiani, doveva conservare la propria fisionomia. Nella città ligure collaborò a Il Pensiero Italiano, repubblicano e antipiemontese; fu membro del democratico Circolo italiano e concordò pienamente con la linea politica dei suoi dirigenti, ostili fra l’altro all’orientamento piemontese, da essi accusato di trascurare gli interessi della Liguria e della Sardegna, quasi terre di conquista, a vantaggio di più immediati interessi del solo Piemonte. Proprio dalle pagine de Il Pensiero Italiano l’Asproni auspicava una più stretta collaborazione tra Sardegna e Liguria, e a tale scopo il Circolo italiano tenne una riunione il 2 gennaio 1849.

Fonda il giornale Lo Stendardo Italiano

Nel 1859 partecipò in maniera attiva ai moti risorgimentali procurando e fornendo soldi e armi per i volontari. In questo clima fondò a Torino la “Società dei Liberi Comizi”, promuovendo la creazione del giornale Lo stendardo Italiano. Prese parte alla Spedizione dei Mille seguendo i garibaldini a Palermo nell’agosto nel 1860 e in seguito a Napoli. In questo ambiente strinse rapporti con gli esponenti democratici meridionali e iniziò la sua collaborazione coi giornali di Napoli più importanti.      

Irriducibile oppositore del Cavour e dei successivi governi di destra, Asproni seguì le grandi questioni di politica nazionale ed estera e acquistò prestigio anche in virtù dei rapporti che lo unirono ai maggiori esponenti democratici del risorgimento italiano: amico di Mazzini, intraprese rapporti con Garibaldi, Carlo Cattaneo, Manin ed altri; dal 1865 ebbe contatti con l’anarchico socialista Bakunin, da cui però rimase poco influenzato.

Una lunga attività pubblicistica

Intensa, come detto, fu la sua azione di pubblicista per la causa democratica (a partire dalla fine degli anni Quaranta, quando si stabilì tra Genova e Torino) che continuò per tutta la vita collaborando ai giornali della Sinistra.

Oltre che a Il Pensiero Italiano di Genova, aveva collaborato a Il Popolo di Cagliari; nel 1850 era stato invitato a collaborare, dal Brofferio, a La Voce della Libertà di Torino, diretto da G. La Cecilia; dal 1850 al 1860 collaborava ai giornali democratici Il Diritto e L’Italia del Popolo. Nel 1859, dopo i moti risorgimentali, ritornò a Torino dove, con Rattazzi, Brofferio e altri della Sinistra dette vita alla “società dei Liberi Comizi”, che aveva come organo il già citato Lo Stendardo Italiano.

l dibattito operaista nelle pagine de Il Dovere

Nel dibattito parlamentare e sulla stampa dell’epoca la situazione politica meridionale attirò  l’attenzione dell’Asproni. Negli anni 1863-67 fu intensa l’attività in seno al movimento operaio. Nella serie di articoli che pubblicò allora su Il Dovere, dal titolo Il Congresso degli operai italiani (17, 24, 31 ott., 7, 28 nov., 5 dic. 1863, 3 genn. 1864), l’Asproni appare sulla stessa linea politica di Mazzini: necessità di politicizzare le società operaie, in quanto la rivendicazione di miglioramenti economici implica un atto politico; necessità dell’educazione e istruzione, intese soprattutto in senso morale, ma manca ogni cenno a lotte delle classi.

Nel 1864 fu chiamato dal Nicotera a dirigere Il Popolo d’Italia a Napoli, giornale dell’Associazione Unitaria Nazionale. In seguito, le sue vivaci corrispondenze su Il Pungolo, di Napoli, ebbero particolare eco.

Col movimento operaio e nella Massoneria

Negli anni 1863-67 partecipò intensamente al movimento operaio: prese parte al decimo congresso delle “Società Operaie” a Parma; fu anche fautore dell’invio di una delegazione italiana a Londra, dove si era costituita l’Associazione Internazionale dei Lavoratori.

La sua vivacità e curiosità intellettuale e politica lo portarono ad una attiva partecipazione alla Massoneria: iniziato il 24 luglio 1867 nella Loggia Universo di Firenze e più tardi affiliato alla loggia Rigenerazione di Napoli, nel 1869 fu eletto primo Gran sorvegliante e, a partire dal 18 aprile 1872 fu membro del Consiglio dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia.

Dell’attività parlamentare degli ultimi anni possono essere ricordate, come tipiche dell’Asproni, due prese di posizione. Nel 1867 contro il progetto di legge sulla liquidazione dell’asse ecclesiastico, per il quale presentò un controprogetto: tutti i culti religiosi erano liberi e rispettati, e nessuno poteva essere impedito nell’esercizio se non attentava contro le leggi, né obbligato a contribuire a spese per alcun culto, mentre enti ecclesiastici o annessi al culto erano soppressi, e i loro beni incamerati a favore dei Comuni con obbligo per questi di alienarli. L’ultimo suo discorso alla Camera concerneva il progetto di costruzione di linee ferroviarie in Sardegna.

Giorgio Asproni morì a Roma il 30 aprile 1876. Le onoranze che gli decretò il Parlamento originarono un incidente tra il deputato Bonfadini della Destra e il ministro Nicotera, accusato di fare della morte del politico sardo occasione di propaganda di partito. Di lui resta un enorme patrimonio documentale, ora in gran parte catalogato e custodito in diversi archivi.

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Bibliografia

Atti del convegno internazionale “Giorgio Asproni il suo “Diario Politico”, Cagliari, 11 dicembre 1992.

Giorgio Asproni, Diario politico 1854-1876, 7 voll., a cura di Carlino Sole e Tito Orrù, Giuffrè, Milano 1974-1991 (ristampa dei volumi pubblicati precedentemente dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Cagliari).

–  Il canonico ribelle. Pensiero politico e sentimento religioso in Giorgio Asproni, Maria Corrias Corona, Giuffrè, Milano 1984.

– Giorgio Asproni, A A. VV, Grafiche Elmas, Cagliari 1983.

Giorgio Asproni, un leader sardo nel Risorgimento italiano, a cura di Luigi Polo Friz e Tito Orrù, AM&D edizioni, Cagliari, 2008, Atti dei convegni di Cagliari e Bitti

L’Italia prima di tutto. Storia di Giorgio Asproni, Arianna Onidi, Palabanda edizioni, Cagliari 2014.

Fonti:

Enciclopedia Treccani, Atti dei convegni due Cagliari e Bitti (2006), Dizionario Storico Sardo a cura di Francesco Cesare Casula (Delfino Editore, Sassari, 2001)

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