La rotativa più antica dell’Isola

La "Marinoni" del 1850: stampò la prima copia dell'Unione Sarda

Un’originale mostra di macchine e strumenti tipografici dall’Ottocento alla fine della stampa a caldo è l’occasione per vedere la rara e appassionata collezione di Mariano Deidda, ex tipografo e proprietario di questi reperti degni di un museo regionale. Per un mese (aprile 2022) in esposizione nella parrocchia di San Tarcisio in via Gallura, zona Baracca Manna, a Cagliari. La notizia è stata data con un articolo a firma del collaboratore Gian Lorenzo Porrà uscito nella pagina dell’Hinterland (14) del quotidiano del 4 aprile. Titolo:

 

La “Marinoni”, come si chiamava la marca dell’antica stampatrice, è stata la “mamma” dell’Unione Sarda: ha stampato la prima copia-saggio del giornale nell’ottobre 1889. Prima, nel 1850, era arrivata nella tipografia di Antonio Timon, che stampò tantissimi periodici sardi. «Mariano Deidda – sottolinea Porrà –  sessantasette anni, cagliaritano, tipografo per mestiere e per amore, ha messo insieme la più bella e grande collezione, forse, d’Europa. La collezione comprende oltre 180 pezzi». 

 

Mariano Deidda nella foto di Stefano Anedda Endrich apparsa a corredo dell’articolo sull’Unione Sarda

 

Nello spazio espositivo della sala compare anche un torchio. «Molti come quello sono ricostruzioni, ma create con pezzi unici – spiega nell’articolo Deidda -: per esempio uno costruito con le travi del tetto del monastero di Sant’Ignazio; oppure un altro, con le travi del tetto della casa di Nicolò Canelles, che introdusse la stampa in Sardegna, nel 1566. Il palazzo dove visse è ancora a Castello, e ho potuto toccare quel legno, così antico che era quasi diventato carbone!». In mostra anche i caratteri mobili in ottone che stamparono l’Unione Sarda. E i capilettera, curati come piccoli bassorilievi, creati da Andrea Valli, lo stesso scultore che decorò la facciata del Municipio di Cagliari, e che qui ornano “Il Libro della Vita” di Antonio Scano, in una rara copia del 1850.

L’articolo della mostra è un ricordo interessante che merita uno spazio in questo sito dedicato alla storia del giornalismo in Sardegna. Sul tema della stampa nell’Isola sono stati fatti diversi studi e articoli, alcuni per l’Almanacco di Cagliari e nei saggi sulla storia della Sardegna in cui compaiono capitoli riguardanti l’evoluzione del giornalismo. Riguardo alle origini dell’Unione Sarda si veda il libro a cura di Gianni Filippini per i 120 anni del giornale (link in questo sito).

Le origini della rotativa

La rotativa (una macchina per stampare munita di uno o più cilindri) fu inventata da Richard March Hoe nel 1843, perfezionata nel 1846 e brevettata nel 1847. La macchina, ancora a caratteri mobili ed alimentata a fogli singoli, fu perfezionata da William Bullock nel 1865, che introdusse l’alimentazione a bobina; altri brevetti relativi alla rotativa si ebbero in Francia nel 1866 e nel 1872 ad opera di Auguste Hippolyte Marinoni. Costui, figlio di un emigrato bresciano, nacque a Parigi nel 1823 e ivi morì nel 1904, è stato un ingegnere, editore e politico ed è considerato l’inventore della rotativa che poteva stampare sino a 1500 fogli e andò a sostituire la stampatrice piana, consentendo la nascita dei giornali moderni e soprattutto dei quotidiani. Nel 1838 iniziò a a lavorare per Pierre-Alexandre Gaveaux, costruttore di macchine tipografiche. Nel 1847 creò la sua prima pressa a due cilindri (detta a reazione), che stampa 1500 fogli l’ora. Nel 1850 partecipò allo sviluppo della rotativa a bobine e lastre cilindriche di Jacob Worms, un immigrato tedesco che per primo realizzò rotative in Francia, senza mai riuscire a metterle sul mercato. Nel 1847 Marinoni fondò una sua azienda personale che sviluppò, tra le altre cose, una macchina litografica. Da qui le origini della rotativa della collezione Deidda che fu adottata per stampare L’Unione Sarda.

Sull’evoluzione dei giornali sardi, anche dal punto di vista industriale e tecnologico, si possono rintracciare sull’Almanacco di Cagliari gli articoli di Vittorio ScanoDal torchio alla fotocomposizione” (1982), l’articolo sull’esperienza di Tuttoquotidiano (1978) e poi i diversi scritti dell’indimenticata Tiziana Olivari (1988, 1989, 1900, 1993). Scomparsa prematuramente nel 2012, è stata una stimata dirigente del Ministero per i Beni culturali e della Biblioteca dell’Università di Sassari. Ha lasciato alcuni saggi sulla storia della stampa e dell’editoria. Al tema della stampa nell’Isola ci ripromettiamo di dare ampio spazio in questo sito con post sui vari studi disponibili nelle biblioteche e nelle collezioni dei giornali.

Fonti:

L’Unione Sarda, 04.04.2022

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