Videolina è la prima emittente televisiva privata in Sardegna, tra le prime a nascere in Italia affermandosi rapidamente nel panorama delle tv locali. La data di nascita: il 6 settembre 1975. Un anno dopo, il 3 luglio 1976, prendeva il via il primo vero telegiornale. Quest’anno (2020) saranno 45 anni di attività ininterrotta, superando leggi repressive; crisi pubblicitarie; un cambio di proprietà dal fondatore Niki Grauso all’imprenditore Sergio Zuncheddu; trasformazioni tecnologiche epocali; il trasloco dai vecchi studi viale Marconi alla nuova sede di piazza L’Unione Sarda a Santa Gilla; il rinnovamento della redazione per motivi generazionali e di ristrutturazione redazionale; nuovi dirigenti e direttori che si sono succeduti dopo quasi un trentennio con Bepi Anziani alla guida e poi con Emanuele Dessì. Tanti giornalisti che hanno fatto l’epopea del giornalismo televisivo in Sardegna hanno lavorato con orgoglio e passione nella tv dei sardi, lasciando il segno nell’immenso archivio di video e di file digitali, custodito negli studi della redazione dove è raccolta la storia della Sardegna, e non solo, dal 1976 ad oggi. Materiale documentale di grande interesse, che periodicamente viene ripreso e mandato in onda nelle trasmissioni di ricordi sempre seguitissime dal pubblico affezionato dei telespettatori sardi che ogni tanto possono rivedere le immagini dei campionati del Cagliari, dello sport, dei grandi eventi popolari come le sagre o di cronaca come i processi clamorosi ai banditi dell’Anonima sequestri.
E ancora negli archivi è custodita la memoria di trasmissioni che hanno tenuto banco per 20 o 30 anni, da “Sardegna Canta” ai programmi di economia, cultura e gastronomia, per non parlare dei tanti talk show e degli spettacoli che con il gruppo Lapola, sempre in attività, hanno ottenuto successi inesauribili.
Oggi Videolina è al canale10 del digitale terrestre ed è presente sul satellite che diffonde le immagini in tutto il mondo, a beneficio delle centinaia di migliaia di sardi emigrati che grazie alla loro tv possono mantenere vivi i contatti con la nostra Isola. La vecchia sede di viale Marconi, con la redazione, gli uffici, il capannone che ospitava gli studios per le dirette e gli spettacoli, chiusi da un decennio, sono rimasti là come un villaggio western fantasma di un set cinematografico. Tutta l’attività ha traslocato in un’area di Cagliari, quella tra Sant’Avendrace, Santa Gilla e San Paolo, che il gruppo L’Unione Sarda con i suoi eleganti palazzi e servizi al pubblico, ha contribuito massimamente a trasformare in centro residenziale e di uffici, cambiando il volto ad una zona periferica e dequalificata, proprio alle porte della città. Oggi chi arriva a Cagliari dall’aeroporto, dopo aver già notato dall’oblò dell’aereo in fase di atterraggio le torri bianche dai tetti verdi del giornale, si imbatte subito in questa realtà imprenditoriale che rappresenta il polo per eccellenza della comunicazione a 360 gradi del capoluogo e dell’intera Sardegna. Oltre a Videolina, a Santa Gilla sono raccolte le altre aziende del Gruppo, dalla redazione del quotidiano a Radiolina e alla tv Tele Costa Smeralda (Tcs), dagli uffici della società pubblicitaria all’amministrazione. Tutto molto moderno, in linea con le scelte stilistiche e architettoniche che si sposano al mondo digitale. Però nell’ampio ingresso, fanno mostra nei grandi scaffali, le collezioni storiche dell’Unione Sarda, che documentano 130 anni di storia del giornale. Al primo piano la redazione della televisione che di anni, come detto, ne ha ormai 45.
I pionieri dell’etere
Non è poco, anzi sono tanti perché la storia di Videolina va di pari passo con la storia dell’emittenza privata in Italia che cominciò a farsi spazio proprio con l’esordio della tv cagliaritana e di poche altre coraggiose emittenti. Gli inizi non furono facili, perché una norma varata il 14 aprile 1975 attribuiva allo Stato l’esclusiva delle trasmissioni via etere, mettendo fuorilegge le radio private e quindi di fatto precludeva la nascita delle tv che avevano iniziato a trasmettere via cavo e si preparavano o sperimentavano il salto nell’etere.
Ma la legge non fermò i coraggiosi, quanto temerari pionieri, e nel volgere di un anno ci fu il boom di radio e di tv locali che si moltiplicarono a centinaia creando una sorta di giungla dell’etere dove alla fine sopravvissero solo le più forti, strutturate e tecnologicamente attrezzate. Fu una sentenza della Corte Costituzionale, la n.202 del 1976, che per mettere ordine nell’etere autorizzò la trasmissione sebbene soltanto a livello locale. Questo determinò la crescita esponenziale delle televisioni private: le emittenti locali infatti passano da 250 nel 1978 a 600 nel 1980.. Poi arrivò la legge Mammi (1990) che, spinta da Berlusconi e dalla sua potenza economico e politica, legittimò il duopolio televisivo con la Rai da una parte e Mediaset dall’altra.
L’avvento del digitale
Il passaggio dall’analogico al digitale terrestre, nel 2004, ha comportato un altro momento cruciale e difficile per Videolina e per tutte le tv locali che hanno dovuto difendere i loro spazi nelle frequenze e salvare il proprio pubblico. Il boom delle pay-tv sul satellite, come Sky, e poi delle altre emerse sulle piattaforme in streaming, grazie al diffondersi delle tecnologie di internet, ha causato gravi problemi a tutte le tv locali che hanno dovuto confrontarsi sul terreno della pubblicità (parcellizzata su tanti canali) e dei programmi. Una guerra quasi impossibile da sostenere, davanti ai colossi del satellite e del web, che inevitabilmente ha portato alla drastica riduzione dell’audience. Contro la diretta delle partite di calcio, la trasmissione di film appena usciti, costosi talk show, reality e live, qualsiasi programma locale dalla fine degli anni Novanta parte sconfitto negli ascolti ancor prima di cominciare con le conseguenze di un pesante ridimensionamento delle televisioni locali.
Eppure Videolina, come altre realtà analoghe, ha saputo dare una risposta nel territorio, puntando sulla raccolta pubblicitaria locale e sui programmi legati alla cronaca e agli eventi regionali, così da conservare e conquistate un proprio pubblico che nella tv di casa trova notizie e temi che nessun altro può dare. Ed ecco la chiave del successo di Videolina che continua a trasmettere ogni giorno riempiendo le giornate dei telespettatori sardi con gli appuntamenti dei Tg e degli approfondimenti tematici.
Ma come si è arrivati ad oggi? Perché Videolina rappresenta una bella realtà imprenditoriale e un patrimonio prezioso per tutti i sardi? Ripercorriamo qui, tappa dopo tappa, tutte le vicende di questa straordinaria impresa, con l’avviso ai lettori che questo post va considerato work in progress, con la possibilità di ulteriori integrazioni di testimonianze, aggiunte di nomi mancanti e ovviamente di correzioni, man mano che ci verranno segnalate.
Anni 70/80: in Sardegna il duopolio della stampa
Gli anni Ottanta si aprono con la Sardegna in ginocchio in un momento economico e politico molto difficile dopo il crollo della petrolchimica, la chiusura delle fabbriche, manifestazioni e scioperi in ogni settore. Con il fallimento della SIR e del complesso gruppo societario facente capo all’imprenditore lombardo Nino Rovelli, la scena editoriale è dominata dai due quotidiani storici dopo che si è spenta drammaticamente l’esperienza di Tuttoquotidiano. Sul campo, dunque, restano L’Unione e La Nuova a contendersi il primato e a spartirsi le zone di influenza in una competizione sempre più aspra.
Il giornale sassarese acquisito dall’editore Carlo Caracciolo ed entrato nelle sinergie amministrative-tecniche e redazionali del gruppo Espresso-La Repubblica, è il primo a muoversi e a rinnovarsi in tutti i sensi. L’Unione, dopo l’era Rovelli, passa attraverso un breve interregno nelle mani dell’avvocato Salvadori Del Prato e quindi viene acquistato da un giovane e intraprendente cagliaritano: Nicola Grauso. Quest’ultimo, pioniere dell’emittenza radiotelevisiva locale, nel 1975 apre Radiolina e pochi mesi dopo Videolina, che diventerà in breve una delle più importanti tv locali a diffusione regionale, con una redazione sempre più nutrita e valida di giornalisti e collaboratori, produzioni proprie di grande successo e la gestione dei ripetitori attraverso i quali dovranno passare le emittenti nazionali.
Niki Grauso
Niki Grauso (classe 1949) a metà degli anni Settanta è uno studente universitario di una famiglia benestante di commercianti del settore caseario di origini napoletane che si è affermata a Cagliari dopo la guerra. I Grauso possiedono magazzini in viale Trieste e operano in tutta l’Isola. Niki, insieme ad un gruppo di amici, appassionato di musica e lui stesso musicista, comincia ad interessarsi al fenomeno delle radio libere che si sta diffondendo in tutta Italia dove si aprono a macchia d’olio. Anche in città nascono le prime radio libere, tra cui Radiolina (siamo nel giugno del 1975) che Niki aveva inaugurato con i suoi amici utilizzando come sede un piccolo appartamento in Castello, in via Martini 17. Tutto molto artigianale, ingegnoso e soprattutto a basso costo.
A tre mesi da quell’esperimento, che da subito riscuote un grande successo tra i giovani e un ampio consenso tra l’opinione pubblica che anche a Cagliari si schiera a favore della “libertà” di antenna contro il monopolio della Rai, Niki e il socio Michele Rossetti decidono di provare il grande salto nel mondo inesplorato della tv. Così allargano lo studio di Radiolina prendendo in affitto una stanza dell’appartamento contiguo, dove una vecchia padrona di casa affittava solitamente a giovani studentesse.
Le risorse economiche iniziali erano limitate, Grauso poteva contare su qualche bene di famiglia e in seguito dell’apporto di alcuni imprenditori locali operanti nel settore delle insegne luminose e del mobile-arredamento, appassionati delle nuove tecnologie.
Il nome e le prime tv locali
Se Radiolina voleva essere una “piccola radio” (da qui il nome), Videolina voleva essere una “piccola televisione”. E in origine tale fu per la pochezza dei mezzi tecnici disponibili. Un’ampia ricostruzione della nascita e affermazione di Videolina si ritrova nel saggio di Massimo Emanuelli riportato nel suo sito (il link dell’articolo) nella sezione dedicata alla Storia della televisione italiana. Emanuelli seguì dall’inizio le vicende delle emittenti private e più di recente ha raccolto molte informazioni dagli stessi protagonisti di allora, cominciando proprio da Nki Grauso.
Nel 1975 – racconta – arriva in Sardegna un trasmettitore tv, un videoregistratore e una telecamera con qualche film registrato da Tv Libera Livorno di Paolo Romani.
Paolo Romani, parlamentare di lungo corso (dal 1994) e dirigente di Forza Italia, è stato un pioniere delle radio e delle tv locali, ancora prima del “suo capo” Berlusconi. Fu tra i primissimi insieme a Marco Taradash che diventò esponente radicale e poi anche lui poi in Forza Italia, a far nascere Radio Libera Livorno e Tvl Antenna 42 Livorno. A loro si affiancarono Renzo Villa (Antenna 3 Lombardia), Peppo Sacchi (Telebiella), Carlo Drapkind e Virginio Menozzi (Radio Parma), Angelo Borra (Radio Milano International), Pietrangelo Gregorio (Telenapoli/Telediffusione Italiana).
Il via ufficiale nell’etere
Il via ufficiale, dopo programmi sperimentali si ebbe il 6 settembre 1975 con un cartone animato a colori intitolato West and Soda. La sede viene trasferita in via Martini 17 a Cagliari. Il suo primo palinsesto propone programmi in bianco e nero, un notiziario locale, i cartoni animati di Bruno Bozzetto, film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e del neorealismo rosa. Non mancano notiziari e folklore isolano, sport locale. Arrivano i primi introiti pubblicitari. Fin dagli esordi l’emittente basa il suo successo sull’informazione locale, realizzata attraverso un gran numero di telegiornali.
«Tempi davvero eroici- sottolinea Emanuelli -: la conquista dell’etere era come quella del Far West. La tecnologia aveva ancora i calzoni corti, i videoregistratori portatili erano macigni appesi a una tracolla sulle spalle. Quella che pomposamente veniva chiamata “troupe” era in realtà una coppia formata da un operatore di ripresa e da un aspirante cronista sbattuto da un capo all’altro della città e dell’isola a seguire eventi di cronaca vari. I giornalisti erano pochi, gli stessi di Radiolina, i collaboratori così pochi che si alternavano ai microfoni e dietro le telecamere anche Grauso e Rossetti. I due poveri cristi della “troupe” trascinavano l’attrezzatura completa di telecamera, cavo di collegamento, il videoregistratore, una lampada, una batteria discretamente pesante e un microfono con un altro cavo ancora più lungo. E via così di servizio in servizio, di corsa sul luogo della notizia e poi svelti in redazione per montare riprese e interviste e registrare un testo. Accadeva spesso, però, di trovare una fila lunga così davanti alla sala di montaggio, centro di produzione che nello spazio di una giornata doveva sfornare telegiornali, programmi sportivi, varietà».
Il ricordo di Andrea Coco
Ed ecco nel racconto del giornalista Andrea Coco, che in seguito diventò il terzo direttore del TGS, una sintesi del ricordo di quei memorabili tempi dell’esordio. Testimonianza riportata nel volume pubblicato dal Corecom citato nei post di questo sito (il link). All’epoca Coco era cronista a Tuttoquotidiano e per quel giornale cominciò a seguire da vicino le tribolate vicende delle radio e delle tv private che cercavano di imporsi nonostante i divieti, le norme monopoliste a favore della Rai e le lacune legislative di fronte a una novità assoluta nel panorama nazionale, le denunce e le inchieste di polizia e magistratura.
«Videolina – racconta Andrea Coco – cominciò le trasmissioni grazie a una trasmittente sistemata sul tetto della casa parrocchiale che li ospitava in Vico Duomo e a una telecamera da videocitofono avuta in prestito da commerciante della via Alghero Giannetto Palmas. All’inizio andavano in onda prevalentemente vecchi film in bianco e nero, cartoni animati e qualche vetusta partita di calcio. Ma Grauso capì che era necessaria l’informazione. E quindi varò il telegiornale sardo, primo direttore Patrizio Mulas, pochi mesi dopo seguito da Lucio Spiga, che per primo ufficializzò la nomina depositando la sua firma in tribunale. Grande “Prima” del Tgs, il telegiornale sardo, il 3 luglio del ‘76, poco meno di un anno dopo la nascita di quella televisione.
Nel frattempo, forte della nuova legge, l’Escopost, cioè la Polizia Postale, continuava però ad operare sequestri su sequestri degli impianti. Anche se poi magari la magistratura ne ordinava il dissequestro con la ripresa delle trasmissioni. Nella mia veste di cronista giudiziario di Tuttoquotidiano seguivo naturalmente tutte le vicissitudini di Grauso e dei suoi soci che, oltre Rossetti (amministratore unico), negli anni seguenti saranno a turno rimescolati nel consiglio di amministrazione o nelle quote di proprietà. Tra loro il suocero dello stesso Grauso, Marco Pisano, Alberto Baire, Gepi Soffietti (assicurazioni) o Alberto Lai (Neon Europa), per un brevissimo periodo persino Gigi Riva. Durante quegli albori, quando il magistrato me lo consentiva, addirittura seguivo in prima persona anche l’operazione di posa materiale dei sigilli alle trasmittenti».
Il ricordo di Giacomo Serreli
«Nata quando era difficile nascere». Così recitava uno degli slogan più pubblicizzati da Videolina per sottolineare come l’emittente televisiva cagliaritana avesse contribuito ad aprire una breccia nel monopolio della comunicazione televisiva allora esclusivo appannaggio della Rai.
«Era il settembre del 1975 quando il primo segnale venne diffuso nell’etere ed il 3 luglio dell’anno successivo prendeva corpo anche un primo telegiornale», ricorda il giornalista Giacomo Serreli, tra i pionieri dell’etere e che all’epoca fiduciario della redazione di Videolina. Per i 25 anni dell’emittente, nel 2000, ha pubblicato l’articolo “Videolina Story”, sulla rivista “Sardegna e dintorni” di Gianni Olandi. Una sua testimonianza anche nel mio libro “Dalla linotype al web…” (Cuec, 2014): «TG Sardo, lo si battezzò, perché alla realtà locale sarda voleva richiamarsi e fare riferimento. Quell’iniziativa non nasceva quindi come mero fatto commerciale, ma anche come produzione di informazione giornalistica e proprio su questo piano la proprietà decise di caratterizzarla immediatamente. Su questa scelta privilegiata si fondarono le successive strategie editoriali pur in una situazione di totale vuoto legislativo».
Da pirati illegali i componenti di quel nucleo redazionale costituirono per anni una voce capace con il tempo di affiancarsi a quelle ufficiali, di acquistare i suoi spazi, di strutturarsi nel territorio con l’apertura di redazione in altri centri dell’Isola; di crescere professionalmente pur mancando scuole, modelli o punti di riferimento se non quello derivante dallo spirito emulativo dell’emittente pubblica.
L’esordio in bianco e nero
Il primo palinsesto di Videolina propone trasmissioni in bianco e nero per poi passare, qualche mese più avanti e soltanto in modo parziale, al sistema colore PAL114. Per l’occasione precede la Rai, che sperimenterà il colore solo nel 1976 con le Olimpiadi di Montreal.
Agli esordi trasmette dal canale Uhf 38, seppure solo per poche ore al giorno, programmi che rivolgono l’attenzione soprattutto alla città o alla telecronaca sportiva, come quella di Italia-Haiti dei mondiali di calcio. C’è spazio anche per notiziari, sport locale e persino per cartoni animati e apprezzati film comici. Non mancano programmi di qualità prodotti da grandi professionisti e distribuiti a molte emittenti locali, come “Portami tante rose”, “Playboy di mezzanotte”, “Dentro l’avventura” e “Dica 34”.
I primi conduttori e i primi programmi
Tra i primi conduttori che propongono un varietà Michele Rossetti, Francesco Atzeni, Giancarlo Testa, Giampaolo Loddo e lo stesso Niki Grauso che conduce il primo programma cult, “Superarsenico”. Franco Congiu, Sandro Angioni e Cesare Corda (più avanti arriverà Puppo Gorini) si occupano invece dello sport. L’emittente manda in onda anche rubriche di approfondimento e di stretto contatto con i telespettatori, come “Questo grande grande cinema”, “Videolina Sport”, “Le casette di Donata”, “Lo Zecchino d’Oro Story” e “Il Giornalino”, due famosi programmi per ragazzi condotti da Cino Tortorella, il popolarissimo Mago Zurlì della Rai.
I telegiornali
Fin dagli esordi l’emittente, però, basa il suo successo sull’informazione locale, realizzata attraverso un gran numero di telegiornali.
Il primo contributo di carattere giornalistico viene registrato in uno studio di via Pola, con Giangiacomo Nieddu che intervista l’allora sindaco di Cagliari, il socialista Salvatore Ferrara, il quale tiene a battesimo la neonata emittente. Ad assumere la prima direzione della testata giornalistica è Patrizio Mulas, futuro dermatologo e chirurgo di successo, appassionato di sport: il primo vero telegiornale si chiamerà Telegiornale Sardo ed esordirà il 3 luglio 1976 in un vero e proprio studio televisivo.
La redazione era composta da un gruppo solido di amici che ruotavano attorno a Grauso. Sandro Angioni, esperto di tecnologie e di sport, che farà una lunga carriera a Videolina e poi alla direzione di Sardegna 1, con programmi sportivi domenicali e compiti dirigenziali; Gian Giacomo Nieddu (conduttore, fondatore di radio e tv, giornalista), Giacomo Serreli, Paolo Latini, Maurizio Olivari, Cesare Corda (poi a Sardegna1 quindi a Mediaset), Giorgio Ferrari, Pier Luigi Zanata (poi all’Ansa), Fiorella Ferruzzi (poi a Sardegna Uno, in Rai e a Mediaset), Carlo Sanna, Erminio Saviola, Franco Congiu, Carlo Cabula (all’epoca studente in medicina, lascerà presto per dedicarsi alla professione diventando un affermato oncologo); Giosi Moccia (passata alla Regione arriverà a rivestire il ruolo di capo ufficio stampa della Giunta dove lavorerà con passione anche alla sistemazione dell’archivio digitale regionale) e Mario Carboni, anche lui passato all’ufficio stampa del Consiglio regionale. E Andrea Fralis, attuale deputato del Pd, primo ad essere assunto come praticante nonché il primo in Italia a diventare giornalista professionista nel 1982 dopo avere svolto il praticantato di 18 mesi in una tv privata.spesso il male di vivere ho incontrato spiegazione
Dopo Patrizio Mulas, la direzione del Tgs viene affidata al pubblicista Lucio Spiga, dipendente e addetto alle pubbliche relazioni della Sip (la società di telefonia) che firma la testata sino alla nomina di Andrea Coco il quale arriva in viale Marconi nell’aprile del 1978, insieme al collega Francesco Birocchi, entrambi reduci dell’esperienza di Tuttoquotidiano. Sono i primi giornalisti professionisti ad essere assunti da Videolina a tempo pieno con regolare contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico. Gli altri sono collaboratori, in parte hanno un altro lavoro o uno sbocco professionale già avviato come i medici Mulas e Cabula, che fanno i giornalisti per passione. Un gruppetto di giovani invece, aspira alla carriera giornalistica che, grazie alle emittenti private, apre nuovi sbocchi oltre il duopolio della carta stampata e i pochi spazi tra agenzie e uffici stampa pubblici.
Tra i collaboratori storici spicca Antonello Lai, che si affermerà come cronista d’assalto riportando in tv la voce della gente comune e soprattutto delle persone più emarginate. In tempi più recenti gli verrà affidata la conduzione di Tele Costa Smeralda, tv satellite del gruppo. Coco resta poco più di un anno perché viene assunto nella nascente Terza rete regionale della Rai, e a lui subentra Birocchi (direttore1982- 1983). Quando anche Birocchi passa a Rai Sardegna, viene nominato direttore Sandro Angioni (1983-1984), il quale dopo un anno passerà l’incarico a Bepi Anziani che resterà al comando per un lungo periodo (1984-2010).
Un ruolo particolare lo svolge Ivano Conca, che inizia come conduttore radiofonico di programmi musicali ma ben presto, tra Radiolina e Videolina, rivestirà incarichi soprattutto dirigenziali e di amministratore delegato.
Il modello Cnn
Dal 1983 saranno realizzate tre edizioni quotidiane del Tgs, alle ore 14,00 alle 20,20 e alle 23,20. Nel 1987 le edizioni sarebbero state quattro al giorno: alle ore 14, alle 18, alle 20,20 e alle 23,40. La più significativa novità risale al 1988, quando Videolina mandò in onda, in maniera continuativa (come l’americana Cnn), un telegiornale identico ogni mezz’ora, con possibilità di eventuali aggiornamenti e sviluppi delle notizie. I telespettatori abbandonarono così l’abitudine dell’ascolto del telegiornale in determinate ore prefissate.
Prima che i giornalisti venissero chiamati a leggere le notizie dei tg in diretta in studio, il compito di speaker venne affidato ad alcuni collaboratori che avevano particolari voci e una perfetta dizione e che in breve si affermarono come volti noti televisivi: Mario Pisano, l’attore Giorgio Ferrari e, unica donna, Magy Porru.
L’informazione era diventata l’elemento centrale della programmazione. E il telegiornale di Videolina fu indubbiamente una delle espressioni giornalistiche professionalmente più rilevanti degli anni Settanta e Ottanta. Videolina propone anche la diretta del consiglio comunale di Cagliari e delle grandi sagre regionali.
Nuova sede e il boom (1979)
Ma torniamo al 1979: in quell’anno Videolina si trasferisce in un palazzotto di via Martini, dove resterà fino al ‘79. Da qui inizia a trasmettere anche i primi programmi musicali, teatrali e di varietà, con particolare sensibilità per la realtà culturale dell’isola. Questi verranno affiancati alla produzione giornalistica, che rimarrà comunque il perno su cui ruota nel tempo tutta l’emittente.
Nel frattempo Grauso acquista le due televisioni rivali, La Voce Sarda Tv e Bibisì, che l’amico-rivale Gianni Onorato gli aveva aperto proprio di fronte in Castello, nel palazzo Sanjust.
Nel 1979 Videolina conosce il periodo di maggiori cambiamenti. Inizia il successo delle televendite che porta ascolti e soldi. L’espansione economica avviene grazie agli investimenti dei pubblicitari che danno la possibilità di guadagnare e reinvestire. Le elezioni amministrative e politiche cominciano ad aprire la strada verso incassi sempre maggiori con la pubblicità elettorale non-stop. «I politici venivano in redazione con i pacchi di contante e pagavano lo spazio per le tribune libere e gli spot», confida uno dei giornalisti degli esordi, riferendosi in particolare al decennio successivo quando l’emittente si era già saldamente affermata e ormai faceva opinione.
In questo modo l’emittente cresce tecnicamente, nella qualità della programmazione e dei ricavi. La programmazione si allarga al racconto di tutte le vicende che riguardano la Sardegna attraverso l’informazione, i documentari, i dibattiti politici, il folklore. Viene inoltre incrementato il personale necessario all’attività, che da quel punto in poi diventa praticamente di 24 ore su 24: collaboratori giornalistici e tecnici.
I programmi storici
In breve si affermano numerosi programmi che ottengono un alto gradimento negli indici di ascolto, soprattutto nelle zone interne. Una è “Il calderone”, una sorta di “dilettanti allo sbaraglio”, ben trentasette puntate presentata da Giorgio Ferrari con l’accompagnamento de “I bellini baciando”, gruppo musicale dell’attore comico Giampaolo Loddo. “Sardegna Canta” e gli altri programmi folk.
Il primato di Sardegna Canta
Tra i programmi di successo emerge “Sardegna Canta” , trasmissione che ha fatto epoca ed è presente da oltre quarant’anni nei palinsesti dell’emittente cagliaritana. La prima puntata del programma curato da Gianni Medda è stata trasmessa quando ancora la sede era in Castello. “Sardegna Canta” – che prende il nome da un disco del 1971 della cantante di Siligo Maria Carta – è il programma che per tanti anni ha raccontato il folklore isolano e vede la partecipazione di gruppi, cantanti e musicisti che hanno fatto e stanno facendo ancora la storia della musica sarda. La conduzione del programma, iniziata da Mario Zamburru, è stata affidata per anni ad Ottavio Nieddu e Giovanni Perria. Tra i conduttori più noti anche Ambra Pintore e Giuliano Marongiu.
Le prime trasmissioni di successo
Dal 1979 partono una serie di trasmissioni che diventeranno appuntamenti fissi della settimana e dureranno per anni. Tra queste spicca la rubrica tra sport e comicità “Come il calcio sui maccheroni”, in onda ogni lunedì, con protagonisti “I Lapola” guidati da Massimiliano Medda. Altre interessanti rubriche a carattere culturale e artistico sono “Pro Sardigna”, trasmissione sulle bellezze dell’Isola, “Obiettivo tiro”, “Sardegna Verde” e “Bucce di banana”.
Film in sardo e il primo varietà
Fra i personaggi più noti che hanno fatto la storia dell’emittente ci sono i fratelli Coco, che hanno inventato i notissimi “filmini in sardo”, irresistibile parodia in slang cagliaritano di film e telefilm di successo. I filmini in sardo erano una delle attrazioni di “Vivere”, il primo contenitore di varietà trasmesso da Videolina dal 1976 al 1981. Il programma, invenzione di Riccardo Coco, ospitava artisti sardi e diversi volti noti del panorama nazionale. All’interno di questo varietà era riservato uno spazio ai giornalisti Mauro Manunza de L’Unione Sarda e Andrea Coco.
Sempre nel 1980 Videolina mandò in onda anche “I sogni nel cassetto”, programma condotto da Mike Buongiorno, prodotto e distribuito da TeleMilano58 di Silvio Berlusconi.
Gli studi di viale Marconi
Nel 1979 Videolina si trasferisce in viale Marconi, nell’area dell’ex villa Picciau (apparteneva all’imprenditore cagliaritano Gianni Picciau che fu sequestrato dai banditi e mai tornò a casa), dove resterà fino al 2011. La posizione è strategica, lungo la strada principale tra Cagliari e Quartu, con vasti spazi per gli studi, gli uffici e la redazione. Si tratta di una delle poche sedi di tv locali che, in quel periodo, vanta un grande centro di produzione che molte emittenti della penisola invidiano alla Sardegna. Conta circa una cinquantina di dipendenti e un centinaio di nuovi collaboratori esterni.
I programmi della domenica
Dalla sede appena inaugurata, Giangiacomo Nieddu sperimenterà una nuova trasmissione, “Buona domenica”, una diretta che va in onda la domenica mattina con vari ospiti e contributi filmati.
Fa il suo esordio anche un altro nuovo programma domenicale, considerato come uno dei primi tentativi di sperimentare le news nella fascia di mezzogiorno: si tratta di “Ore 12 diretta Sardegna”, dove si formano anche giornalisti come Maria Luisa Busi (diventerà volto noto del TG1) e Giorgio Porrà, destinato a una brillante carriera a Skysport.
Un altro appuntamento cult era “Ma che domenica”, in onda dalle 14 alle 20, un contenitore che si contrapponeva ai successi della Rai “Domenica in” di Corrado e a “L’altra domenica” di Renzo Arbore e Maurizio Barendson.
La rubrica domenicale sul calcio, con le partite del Cagliari e delle altre squadre isolane, era curata da Franco Congiu.
I talk show
Si inaugura anche la stagione dei talk show che ospiteranno personaggi dello spettacolo nazionale quali i Platters, Lucio Dalla, Pamela Prati, Giancarlo Giannini, Zucchero, Erika Blank, Minnie Minoprio. Nel corso degli anni hanno lavorato a Videolina anche la showgirl Marisa Del Frate e Pino Daniele che cantava la sigla de “Il Malloppo”, quiz condotto da Gianfranco Testa.
I talk show si affermeranno negli anni Novanta anche nelle Tv locali con programmi in tarda serata e repliche pomeridiane. Da ricordare l’appuntamento settimanale “Se mai vi pungesse vaghezza”, ideato e condotto da Susanna Sciola (all’epoca moglie del grande scultore di San Sperate Pinuccio Sciola, instancabile organizzatrice di eventi e incontri culturali) che portò nel suo salotto televisivo con leggerezza argomenti di vario genere e personaggi noti del panorama culturale e mondano sardo.
L’arrivo di Maurizio Costanzo
È il 1982 quando approda all’emittente cagliaritana anche il re per eccellenza dei talk show nazionali, Maurizio Costanzo, con “Dopo cena”, trasmissione domenicale andata in onda per quattordici settimane che raccontava storie di personaggi sardi. Costanzo arriva in Sardegna in un momento difficile della sua straordinaria carriera, coinvolto suo malgrado nello scandalo politico-giudiziario della Loggia P2 del Gran Maestro Lucio Gelli: anche il suo nome figurava nelle famose liste dei massoni amici del faccendiere toscano. Proprio nel breve, ma doloroso periodo di disgrazia, Niki Grauso fu tra i pochi editori a restargli vicino e a chiamarlo per collaborare alle sue trasmissioni, circostanza che Costanzo apprezzò molto e che ricambiò con la sua presenza a Videolina. Nel tempo il “Maurizio Nazionale” ricordò più volte questo legame frutto di una vera amicizia.
Tra le altre produzioni va segnalata “Tutto finisce in musica”, del 1985, un raffinata vetrina della realtà musicale isolana affidata a Luisella Berrino, nota conduttrice di programmi radiofonici a Telemontecarlo.
La diretta per Papa Wojtyla
Al 1985 risale anche la storica visita di tre giorni in Sardegna di Papa Giovanni Paolo II, documentata con dirette e ampie sintesi. Una grande prova di professionalità dei giornalisti e dei tecnici che seguirono passo passo quelle storiche giornate.
Videolina da allora seguirà tutti i principali eventi regionali, cominciando dalle grande sagre popolari quali Sant’Efisio a Cagliari, la Sartiglia di Oristano e la Cavalcata Sarda di Sassari con maratone televisive. In seguito anche le visite di Papa Benedetto IV e di Papa Francesco.
Alcuni giornalisti, quali Andrea Frailis, Paolo Matta, Giacomo Serreli, affiancati da esperti dell’evento, per molti anni saranno i commentatori fissi di quegli appuntamenti popolari.
Nasce il gruppo L’Unione Sarda-Videolina
Come abbiamo detto sopra, nel maggio 1985 Grauso entra nel mondo della carta stampata acquistando L’Unione Sarda dall’avvocato Giuliano Salvadori del Prato. È il grande salto nell’editoria che conta. Il vulcanico Niki, sull’onda dei successi crescenti e del boom economico che, grazie alla pubblicità comincia a riempire le casse delle sue attività, rifiuta le offerte di Silvio Berlusconi che si fa avanti per acquistare Videolina. In realtà l’emittente fa gola anche perché dispone dei ripetitori attraverso i quali passano i segnali delle Tv del Cavaliere. Grauso addirittura rilancia anzi, rileva anche le emittenti La Voce Sarda e Tele Costa Smeralda. A questo punto,con Radiolina, Videolina e L’Unione Sarda, porta il Gruppo Editoriale a raggiungere una ragguardevole dimensione aziendale e imprenditoriale.
Bepi Anziani, direttore per 26 anni
Il fiore all’occhiello dell’emittente resta, però, il Tgs che assume sin da subito una professionalità riconosciuta anche a livello nazionale. Basti pensare che, a metà degli anni ‘80, giungono a Cagliari persino i colleghi del Telegiornale di Sicilia (emittente privata palermitana), interessati a riproporre il modello vincente del telegiornale di Videolina, diretto dal 1984 da Bepi Anziani. Fu proprio con la lunga direzione di Anziani (ben 26 anni), che la Tv sarda cambia volto e qualità puntando molto sull’informazione e la professionalità dei suoi giornalisti e collaboratori, dai Tg ai programmi di approfondimento.
Anziani, prendendo a modello la Cnn americana, porta i telegiornali dalle due ore di trasmissione quotidiana alle dieci attuali coprendo le fasce orarie di maggiore ascolto con le varie edizioni, replicate e aggiornate. A lui spetta il record di longevità direzionale, alla guida ininterrotta dei Tg dal 1984 al 2010 e nei suoi ultimi cinque anni anche con l’incarico della direzione dell’intera emittente. Videolina, sotto la sua conduzione, acquisisce in questo trentennio sempre più autorevolezza e successo di audience, consolidando una indiscussa leadership regionale e mantenendo l’emittente sarda nelle prime posizioni nelle graduatorie nazionali per le tv locali.
Alla redazione centrale di viale Marconi si aggiungono le redazioni di Sassari, Olbia, Nuoro e Oristano, e si infittisce la rete dei collaboratori sempre pronti a svolgere sul campo servizi che poi vengono montati nelle sedi provinciali o inviati direttamente a Cagliari. Per un breve periodo, a partire dal 2000, sotto la nuova gestione di Zuncheddu, apre in fase sperimentale le redazioni di Milano e Roma che possono trasmettere sul satellite. Ma i risultati di ascolto e soprattutto gli alti costi di gestione, alla luce dei grandi cambiamenti nel settore, porteranno a chiudere quelle esperienze utilizzando quando necessario collaboratori esterni o inviati.
Due generazioni di giornalisti
Nel tempo, dalla prima metà degli anni Ottanta, si formeranno almeno due generazioni di professionisti. Al primo gruppo già citato si aggiungeranno Nicola Scano, Paolo Matta, Stefano Salone, Luigi Almiento, Maria Francesca Chiappe, Andrea Sechi, Stefano Fioretti, Maurizio Olandi, Stefania Piredda, Rosanna Romano (destinata a diventare capo ufficio stampa del Consiglio Regionale) e Simona De Francisci (attuale responsabile del Tg). Le donne, contrariamente alla cara stampata, nella tv hanno la possibilità di farsi valere e apprezzare a pieno titolo: Flavia Corda, Vera Coppa, Susi Ronchi e Maria Luisa Busi passeranno alla Rai con brillanti carriere. Più di recente tra i volti noti femminili si affermano Egidiangela Sechi e Mariangela Lampis.
Ampio spazio allo sport che avrà sempre un ruolo fondamentale nei Tg e nelle rubriche settimanali con l’indimenticato Puppo Gorini, Valerio Vargiu, Bruno Corda e Giorgio Porrà e in tempi più recenti Vittorio Sanna.
A Sassari Gianmario Giglio e Gibi Puggioni, a Nuoro Graziano Canu, a Oristano Marco Lai e Paolo Desogus, a Olbia Alfonso De Roberto, la cui prematura scomparsa ha lasciato un grande vuoto nella redazione gallurese.
La concorrenza di Sardegna 1
Sul finire del 1986, periodo di maggiore consolidamento della leadership di Videolina, si concretizza un altro ambizioso progetto televisivo che, intende fare dell’informazione il suo punto di forza. Si tratta di Sardegna 1, emittente nata dall’unione di alcune attività televisive dell’imprenditore Sergio Zuncheddu e del medico Paolo Ragazzo.
La nuova emittente si presenta alla grande proponendosi di avviare alcune vere e proprie svolte tecnologiche come, per esempio, informazione a 360 gradi anche la domenica e collegamenti in diretta con le redazioni periferiche. Ciò sarà reso possibile soprattutto grazie alla presenza di diverse professionalità cresciute proprio a Videolina. Giusto per citarne alcuni, i giornalisti Nicola Scano, Puppo Gorini, Fiorella Ferruzzi e l’ex direttore Sandro Angioni, così come tecnici di montaggio e operatori vari. Grauso non la prenderà bene e in breve i fedelissimi degli esordi torneranno a lavorare negli studi di viale Marconi.ù
La guerra dei telegiornali
Per cercare di contrastare questo duro colpo, Videolina si lancia sempre più nell’informazione potenziando i suoi telegiornali ancora prima del temuto avvento di quelli di Sardegna 1 (il 6 gennaio 1987). Per alcuni mesi sarà una battaglia durissima tra le due emittenti. Come detto Videolina avvia un’inedita formula che prevede una sequenza di telegiornali con continui aggiornamenti (ogni trenta minuti), tutti trasmessi rigorosamente in diretta nell’arco di quasi sei ore di programmazione quotidiana.
Da TGS a TG Videolina
Una iniziativa che trasforma la denominazione del notiziario da TGS “Telegiornale Sardo” a TG Videolina. Per l’occasione, sigla, studio e grafica vengono rinnovati. Da questo periodo in poi, vengono intensificate le edizioni in diretta del giornale, anche durante la notte, e vengono proposte anche alcune edizioni flash dell’informazione locale. Non solo. Viene soppresso il telegiornale autonomamente gestito per circa due anni (dal novembre ‘98) dalla redazione di Sassari, concentrato soprattutto sul nord Sardegna.
I manager e i tecnici
Una televisione è un prodotto complesso a cui partecipano tanti soggetti, oltre i giornalisti impegnati nei notiziari e nei programmi di approfondimento. Un ruolo centrale l’hanno svolto gli amministratori delegati dell’azienda che si sono succeduti nel tempo, ovviamente uomini di fiducia della proprietà. Al tempo di Grauso per oltre un decennio a capo di Videolina c’è stato Paolo Campana (scomparso nel 2017), un manager bolognese innamorato della Sardegna e con ottime entrature nell’associazione degli editori delle tv e radio private in cui è stato a lungo dirigente. Visione paternalistica, severo in apparenza, ma profondamente umano, attento ai conti e alla pubblicità, ma disponibile agli investimenti redazionali e tecnologici, Campana (che era Ad anche all’Unione Sarda) ha gestito le fasi di trasformazione più importanti in viale Marconi, promuovendo i programmi di maggior successo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
Con l’avvento di Zuncheddu (dopo il 2000) il timone è passato nelle mani di un altro esperto manager, Enrico Rais (1936-2012), appassionato e profondo conoscitore della storia della Sardegna. Fu lui a volere il settimanale Le feste di cui sarà conduttore sino alla prematura scomparsa.
Un altro ruolo di responsabilità spetta al capo dell’organizzazione del palinsesto (l’agenda quotidiana di tutte le trasmissioni), un complicato tabellone di orari e titoli, che regola la vita dell’emittente. In quegli anni di affermazione e sviluppo si alternarono Sesetto Cogoni (poi passato a Sardegna1) e Michele Soru, che ha svolto tutta la carriera nella dirigenza dell’azienda.
E poi ci sono i tecnici, a cominciare dai registi quali Angelo Palla che ha fatto la gavetta iniziando come operatore e cameraman per approdare alla cabina di regia dei programmi e delle dirette. Videolina ha fatto scuola anche in questo campo, disponendo nel tempo di professionisti di grande esperienza e qualità.
I programmi tra economia, cultura e turismo
Negli anni Ottanta, Novanta spiccano le trasmissioni settimanali di economia condotte dal giornalista dell’Unione Giacomo Mameli, che con “Facciamo i conti”, avvicinò il pubblico sardo ai complessi temi della finanza e del mondo del lavoro.
Un’altra trasmissione fortunata tra gli anni Ottanta e Novanta è stata Sardegna d’Autore, ideata e condotta dall’ex direttore dell’Unione Sarda Gianni Filippini: «Delle ottocento puntate del programma – ricorda – che appunto ho condotto per 16 anni, sono stati protagonisti tutti i migliori scrittori dell’Isola Farne i nomi è impossibile. Farne soltanto qualcuno mi sembrerebbe ingiusto. Alcuni hanno partecipato alla trasmissione come esordienti e poi son diventati famosi. Qualcuno si è perso per strada. Comunque, ho potuto seguire la complessiva e progressiva crescita di narratori, poeti, e saggisti. E anche di editori e stampatori. È stata un’esperienza esaltante, anche se molto faticosa. Tanto è vero che, quando ho deciso di lasciare, passare la mano, nessuno ha voluto prendere il mio posto».
Tra i conduttori più noti e longevi Pinti Frigo, giornalista di lungo corso come corrispondente sportivo de La Stampa e di riviste specializzate anche nazionali di turismo e gastronomia. Dipendente regionale dell’Esit, ha seguito le molteplici attività promozionali dell’ente del turismo e la pubblicazione di libri, depliant e video istituzionali. Lasciato l’Esit è stato chiamato all’ufficio stampa del Consorzio e dello Yacht Club Costa Smeralda. Tra tutti questi interessi non ha tralasciato la passione per la Tv e ha collaborato per un decennio con Videolina.
«Nella seconda metà del 1990 – racconta Frigo – Paolo Campana, dopo avermi visto all’opera nell’emittente Sardegna Uno, mi chiama a Videolina per progettare, assieme, una serie di trasmissioni dedicate all’Isola. Nascono, così, una dietro l’altra: “Sardegna, dalle origini allo sviluppo”, “Antologia della Sardegna” e “Fueddus”. Tutte hanno un filo conduttore come la storia e le tradizioni dell’Isola. In questi anni ho percorso migliaia e migliaia di chilometri, visitato tutte le zone delle province sarde. Nessuna esclusa. L’obiettivo principale che ci eravamo posti era di raccontare il territorio attraverso immagini accattivanti e suggestive, accompagnate dalla ricerca di curiosità, aneddoti e vicende sconosciute al fine di catturare l’attenzione del telespettatore. Sono nate centinaia e centinaia di puntate e altrettanti servizi che hanno interessato la storia, i costumi, le tradizioni e gli usi della popolazione sarda». Trasmissioni che hanno sempre avuto un buon riscontro di ascolti e di pubblicità, restando nel tempo uno dei punti fermi della tv sarda.
In tempi più recenti (siamo negli anni Duemila, con la proprietà passata a Zuncheddu) parte il programma “Le feste” (condotta e ideata da Enrico Rais), che un ricco calderone con servizi esterni, personaggi in studio tra folclore, storia e gastronomia. Con un taglio più culturale che turistico, nel periodo de “Le Feste” si è affermata con i suoi reportage nei luoghi più belli dell’Isola Sandra Pani, docente di filosofia e pubblicista, realizzando decine di reportage che spesso vengono rimandati in onda perché sempre attuali nella loro narrazione tra turismo, natura e cultura.
Grauso vende a Zuncheddu
Nel settembre 1999 Videolina passa di mano. Grauso cede per 140 miliardi tutto il patrimonio editoriale (da L’Unione Sarda, comprese Radiolina, Videolina e Tele Costa Smeralda) proprio a Sergio Zuncheddu, l’imprenditore che tredici anni prima aveva tentato di scalfirne il predominio con la concorrente Sardegna 1.
Nel 2004 l’avvento del digitale
Nel 2004 l’arrivo del digitale terrestre nell’isola e la necessità di “creare” un pubblico di potenziali utenti, porta Videolina a mettere in atto due iniziative: nella prima metà dell’anno la programmazione tratta il tema del digitale, spiegandone modalità e prospettive. In primavera vengono distribuiti mille decoder sfruttando le sinergie con le altre società appartenenti al proprio Gruppo Editoriale. Dinanzi a questo scenario è chiaro che l’emittente, sin dal 2004, si attrezza adeguatamente in vista del passaggio definitivo al digitale terrestre, adattando i ponti di trasmissione, da analogici a digitali, e dunque tutta l’alta frequenza.
L’emittente cagliaritana inizia a trasmettere in digitale terrestre limitatamente alla provincia di Cagliari. Poi, nel 2006, grazie a un accordo con l’oristanese Super TV Oristano, la copertura del mux digitale di Videolina può essere estesa anche alla provincia oristanese.
In seguito allo switch off avvenuto in Sardegna nell’ottobre 2008, Videolina dispone di due multiplex. Il primo mux, a copertura regionale, viene trasmesso sul canale UHF 36 ed è formato dalle seguenti emittenti: Videolina (LCN 10), Videolina 2, Videolina 3 Sport, Videolina 4, Orler TV, SuperTennis, Radiolina e Radio Bonaria. Il secondo, con una copertura limitata, è trasmesso al canale UHF 25, limitatamente alla Sardegna meridionale ed è formato dalle seguenti emittenti: Videolina (LCN 602), Videolina HD Test e Nova Televisione. Dal 30 marzo 2019, dopo uno stop di alcuni anni, è nuovamente fruibile sul satellite. Accanto al digitale terrestre, canale 10, è possibile seguire i telegiornali e i programmi anche attraverso il canale 819 di Sky e di Tivùsat.
Nella nuova sede (2011)
Dal 12 dicembre 2011 Videolina trasmette dai nuovi studi di Piazza Unione Sarda, all’interno del complesso polifunzionale di Santa Gilla. Tra le tante novità il cambio del logo e di alcune produzioni e la partnership con la squadra di pallacanestro della Dinamo Sassari, di cui segue numerose partite in diretta. Direttore dell’emittente e dell’intero gruppo nel 2017 viene nominata la giovane manager Lia Serreli.
Il direttore Emanuele Dessì
Al comando della televisione, ormai da un decennio, Emauele Dessì (1964), figlio d’arte. Il padre Natale è il corrispondente storico dell’Unione Sarda da Quartu, e il figlio sin da giovanissimo comincia a frequentare la redazione dove inizia tutta la trafila, da collaboratore a redattore e caposervizio. Si specializza in Economia e presto scopre la sua vocazione televisiva con una trasmissione sull’agricoltura, gastronomia e turismo, “Mela verde”, che continua ad andare in onda tutt’oggi. Nel 2010 viene nominato direttore del Tg di Videolina e successivamente dell’emittente: con Bepi Anziani transitato all’Unione e poi in pensione, si apre una nuova era. Dessì, nelle strategie del Gruppo sempre più interconnesso tra le varie testate, assume anche la direzione del quotidiano e delega la responsabilità della redazione televisiva alla vicedirettrice Simona De Francisci.
Da ricordare tra i tanti servizi e inchieste, la diretta record di 12 ore condotta da Dessì il 22 settembre 2013 in occasione della visita di Papa Francesco a Cagliari, una delle trasmissioni che ha fatto registrare uno degli share più alti di sempre per l’emittenza regionale in Italiam con una media di ascolto del 50 per cento e punte del 55 per cento. Sotto la sua direzione è nato il programma di approfondimento serale Monitor che affronta tutti i temi dell’attualità e della politica con i protagonisti, gli esperti e i personaggi della Sardegna di oggi.
Cagliaritana, Simona De Francisci inizia in Rai a Radio Sardegna nel 1988 prima come assistente ai programmi, poi come programmista-regista. Dopo una collaborazione con L’Unione Sarda, nel 1994 approda a Videolina, dove inizia a collaborare al TG e a condurre delle trasmissioni. Nel1999 viene assunta e nel 2005 diventa caposervizio e due anni dopo vicecaporedattore. Nel 2015 viene nominata vicedirettore del TG di Videolina e di fatto è la responsabile dei telegiornali da quando Dessì diventa anche direttore del giornale. Nel suo curriculum una esperienza politica di cinque anni, tra il 2009 e il 2014, durante la quale è chiamata a far parte della giunta di centrodestra guidata dal presidente Ugo Cappellacci, con l’impegnativo incarico di assessore alla Sanità. Concluso il mandato rientra in redazione con l’attuale ruolo dirigenziale (2020).
Videolina oggi
Oggi dagli studi di Videolina vengono trasmesse circa 3500 ore di produzione l’anno e 14 edizioni giornaliere del TG sempre in diretta prodotte da cinque redazioni principali in tutta l’Isola. La copertura della Sardegna è assicurata da una rete di 48 ripetitori. Con 400 mila telespettatori giornalieri e il 2,8% di share, Videolina è l’emittente regionale più vista in Sardegna e percentualmente la seconda in Italia. Come evidenzia Emanuele Dessì, «Videolina, grazie ai sardi, vanta un primato nazionale, certificato dall’Auditel: è la prima in Italia, davanti a realtà importanti come Telenorba e Telelombardia, nel rapporto tra ascoltatori e popolazione. Un primato – aggiunge Dessì – che ci riempie di orgoglio. Ci piace pensare di essere una famiglia. Ora ancora più grande, grazie al satellite».
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Bibliografia e fonti:
Massimo Emanuelli, Il Blog. Ecco i link di riferimento:
Il blog: https://massimoemanuelli.com/info/
Categoria: storia della teevisione italiana https://massimoemanuelli.com/category/storia-della-televisione-italiana
L’articolo: Videolina. https://massimoemanuelli.com/2017/10/17/videolina/
AA VV, Dalla prima radio libera al web, a cura di Alessandro Zorco, con la collaborazione per questi capitoli di Roberta Cocco e Giampaolo Zammarchi. Volume promosso da Corecom Sardegna. Capitolo 5: “Le tv libere in Sardegna” (pag 171) .
“Il segreto di Videolina? Ascoltiamo tutti e raccontiamo i territori”, pag. 184
“La nascita di Videolina nel fermento culturale degli anni Settanta”, pag. 185
“Da Videolina a Sardegna Uno”, pag. 212
Il link in questo sito: https://www.carlofigari.it/dalla-prima-radio-libera-al-web/
Giacomo Serreli, Videolina Story, in Sardegna e dintorni (periodico diretto da Gianni Olandi), 2000.
Carlo Figari, “Dalla linotype al web…” (Cuec, 2014), pag.111-112; https://www.carlofigari.it/dalla-linotype-al-web/,
R. Basile, Le televisioni locali. L’esempio di Videolina, Tesi di Laurea in Teoria e Tecniche del Linguaggio Radiotelevisivo del Corso di Laurea in Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo. (Relatore: Prof. Pietro Favari), Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, A.A. 2002/2003, pag 19.
E. M. Loddo, Comunicazione aziendale e digitale terrestre: Videolina S.p.A., Tesi di Laurea in Economia e Gestione Aziendale (Relatrice: Prof.ssa Ernestina Giudici), Università degli Studi di Cagliari, Facoltà di Economia, A.A. 2007/2008, pag. 33.