Mezzo secolo di musica in Sardegna

Un libro di Giacomo Serreli tra radio, tv, festival e viaggi

In oltre quarant’anni di giornalismo ho conosciuto pochi colleghi che coniugassero passione col lavoro e viceversa, per i quali è praticamente impossibile distinguere una cosa dall’altra perché sono un tutt’uno con la persona. Così è per Giacomo Serreli, uno dei più stimati e accreditati giornalisti sardi che ha vissuto sin dai primissimi passi gli esordi delle radio e delle tv private, ha lavorato nelle redazioni di Videolina e per una breve parentesi anche di Sardegna1, è stato tra gli animatori delle radio locali negli avventurosi anni del pionierismo, sino a condurre programmi nelle emittenti che si sono affermate nel tempo e che ancora oggi hanno un seguito nell’etere. Inoltre ha avuto diverse collaborazioni con Radio Sardegna della sede regionale della Rai. Ma all’attività quotidiana di cronista e di inviato speciale, ha affiancato quella sua grande passione per la musica in tutte le sue declinazioni con una particolare predilezione per la musica sarda ed etnica, tanto da diventare uno dei massimi esperti, se non il numero uno indiscusso, in Sardegna. 

 

 

Giacomo ha iniziato come molti di noi, da giovanissimo, ascoltando i 45 e i 33 giri di vinile con i quali è cresciuto ed è diventato oltreché collezionista, un vero esperto della musica degli anni 70 e 80. Così è stato quasi naturale il suo ingresso nelle prime radio private che stavano nascendo a Cagliari dove ha esordito come disc jockey. Nel tempo ha partecipato da protagonista ai cambiamenti tecnologici delle tv e delle radio, appropriandosi delle possibilità dei nuovi media. Il passaggio da Dj a critico musicale, da cronista di eventi a storico della musica sarda e della musica in Sardegna (distinguiamo i due filoni), è stata una logica conseguenza scaturita con la pubblicazione di un’infinità di servizi radiotelevisivi, articoli per giornali e riviste specializzate e quindi con i libri che costituiscono una bibliografia fondamentale e imprescindibile per chi occupa di musica.

La copertina del volume

Ma questi libri sono anche la testimonianza di quasi mezzo secolo di giornalismo radio televisivo in Sardegna ed è per questo che accogliamo nel nostro sito la notizia della sua più recente pubblicazione, “Dropout music, itinerari per il mondo di un Dj radiofonico” (Edes edizioni, Sassari, 2021). 

Il titolo (che richiama il suo primo programma) è di per sé riduttivo perché è vero che il volume di 200 pagine raccoglie il diario di Serreli, passo passo, dai primi vinile e dalle prime passioni per i grandi del pop internazionale anni 70, ma in parallelo ripercorre la storia del giornalismo radiotelevisivo nell’Isola, dalla nascita all’affermazione delle emittenti radio e tv locali, ricordando testate, editori, giornalisti, dj, tecnici e collaboratori, personaggi di ogni genere che frequentavano in varie vesti questi pionieristici studi. Un lunghissimo elenco di nomi e ricordi che, se non fissati con maniacale precisione nelle pagine dei suoi appunti, si sarebbero perduti nella memoria dei protagonisti e delle future generazioni. Un libro importante, seppure con i limiti della narrazione diaristica, ma che non ha altre pretese se non ciò che dichiara nell’introduzione l’autore con l’umiltà, la modestia e la competenza che lo contraddistinguono.

Musica alternativa

Riguardo al titolo Serreli spiega di «essersi ispirato alla striscia di fumetti dei Dropouts creata dal cartoonist statunitense Howard Post e incentrata su due personaggi, Alf e Shendy, gli emarginati come furono chiamati sulla rivista Linus, che era naufraghi in un’isola deserta ai margini del mondo. Anche la musica che intendevo proporre  – sottolinea Serreli – era ai margini dei tradizionali circuito di diffusione che anzi per lo più la ignoravano».

Perché questo libro

«In 45 anni di attività giornalistica – scrive Serreli nell’introduzione – mi sono dedicato a scrivere o parlare degli altri. Penso solo ai tanti musicisti di cui ho scritto percorsi umani e artistici nelle ripetute pubblicazioni legate alle mie ricognizioni sullo sviluppo e l’articolarsi della scena musicale isolana.  Qui, per una volta, scelgo di parlare di me.  Per ripercorrere quegli intensi anni di professione, orientati in particolare alla cultura musicale della nostra regione e non solo. 

«Il titolo di questo lavoro richiama alla primissima esperienza di speaker radiofonico nelle vesti di conduttore di programmi musicali.  Perché è soprattutto questo percorso che intendo ricostruire, quello di dj radiofonico. Ma lo scavare indietro negli anni mi ha portato anche a meglio precisare come si sono sostanziati i miei gusti e passioni musicali; da cosa sono stati influenzati. E parallelamente ripercorro i tanti momenti di questa carriera professionale che mi hanno offerto il privilegio di assistere e seguire concerti, festival e rassegne in giro per il mondo; di poter conoscere e incontrare artisti interpreti di stili e generi tra i più diversi. 

La musica in terra sarda

«Questa immersione nella musica spesso di nicchia e lontana dai circuiti commerciali e della programmazione radiofonica, ha costantemente spostato l’ago della bussola verso il patrimonio proprio della nostra Sardegna.  Frutto di questo orientamento sono stati i volumi pubblicati negli anni ma la passione per la radio ha alimentato la voglia di dare più visibilità ed elementi di conoscenza sulla musica che gira intorno in terra sarda. 

«A muoverci insomma sono state queste insopprimibili passioni per la musica e per la radio, anche se la maggior parte della mia attività professionale è stata legata all’informazione televisiva. Emergeranno da queste pagine anche se l’intento non è quello di elaborare un narcisistico amarcord personale.

Ci piacerebbe che anche da questo itinerario autobiografico si potessero cogliere elementi e situazioni utili per potere leggere l‘evoluzione e la crescita del fare musica in Sardegna; per comprendere quanto sia stato importante».

La bibliografia di Serreli, riguardo ai suoi temi, è piuttosto corposa: si veda la nota alla fine del post. Ma sappiamo che da tempo ha i cantiere un progetto più ambizioso con una storia per quanto possibile più completa su mezzo secolo di radio e tv in Sardegna. Un lavoro che attendiamo di pubblicare per ciò che sarà possibile in questo sito dove tra l’altro Serreli è già citato numerose volte nei post dedicati a Videolina e a Radiolina, e nei saggi più generali (una sua testimonianza compare anche nel mio volume “Dalla linotype al web…”).

Tra festival e viaggi

Serreli col mitico Peter Gabriel (Olbia, 2001)

Da “Dropout music”, sua primissima esperienza radiofonica in un’emittente privata a metà anni Settanta del secolo scorso alle diverse collaborazioni con la RAI negli anni Dieci del nuovo Millennio. In mezzo almeno 45 anni di attività giornalistica spesa in Tv nella quale il contatto con la musica è stata un riferimento costante.  L’autore, come detto uno dei più attenti osservatori dello sviluppo della scena musicale isolana, passa in rassegna eventi, festival, incontri, trasmissioni, che lo hanno portato in giro per il mondo, per ricostruire la sua attività professionale a stretto contatto con la musica. 

Anche nel seguire le rotte della musica sarda dall’Algeria al Giappone, dall’Australia al Medio Oriente, dagli Stati Uniti all’America Latina, da Cuba al nord Europa.  Emergono non solo i suoi personali gusti e passioni musicali, ma anche un omaggio al grande amore per la radio e per la professione giornalistica al servizio della divulgazione della musica della sua Sardegna. 

Gli omaggi di Enzo Gentile e Ivano Conca

L’apertura del libro è firmata da Enzo Gentile, un altro autorevole nome nel panorama degli esperti di musica italiana, giornalista, conduttore radiofonico, saggista e docente di Storia del pop e del rock nel master di comunicazione all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La conclusione invece è affidata a un ricordo di Ivano Conca, tra i pionieri anche lui delle radio e tv locali, che ha trascorso una lunga carriera di manager nel gruppo L’Unione Sarda-Videolina e soprattutto è stato Ad di Radiolina. Non è un caso che il suo capitolo sia dedicato alla radio, «un fenomeno – sottolinea Conca – che ha cambiato il modo di relazionarsi che, sull’onda della libertà rivoluzionò l’etere». Gli scritti di Gentile e Conca rappresentano un omaggio alla professionalità e alla stima reciproca nei confronti di Serreli.

 

Il Pdf del volume

Dall’indice si capisce bene il contenuto del volume, che contiene decine di nomi, praticamente citando tutti coloro che hanno avuto un qualche ruolo nelle radio e tv di Cagliari, artisti, musicisti, cantanti, organizzatori di eventi e operatori culturali, personaggi del mondo dello spettacolo regionale e internazionale. Sfogliando le pagine del libro si va a ritrovare i protagonisti di quel lungo periodo e per molti di loro sarà un piacere ricordare pensando “io c’ero!”.

Con l’indimenticato Andrea Parodi

Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo nel link il Pdf del volume: Dropout music

Artisti sardi per Maria Carta al teatro Argentina di Roma (1999)

Chi è Giacomo Serreli


Nato a Cagliari nel 1955 in quasi 45 anni di attività di giornalista televisivo non ha mancato di rivolgere la sua attenzione e il suo interesse per la scena e il patrimonio musicale isolano. Documentati da produzioni per l’emittente Videolina, programmi radiofonici sull’emittente Radiolina e per la sede regionale della RAI.  Dal 1993 direttore artistico di Ichnos e, dalla sua costituzione nel 2002, presidente del comitato scientifico della Fondazione Maria Carta di Siligo. In pensione continua a collaborare con Tv e giornali. Appassionato di basket (è stato arbitro regionale) e di sport. 

 

Bibliografia

 Ha pubblicato: “Sardegna rock 1960-1990” (Gia Editrice 1991), “Sardegna rock 1960-1994” (La Scuola Sarda 1994), “Sonos langanos” (Condaghes 1998), “Boghes e sonos” in 2 volumi (La Scuola Sarda 2003), “Maria Carta voce e cuore di Sardegna” (La Nuova Sardegna 2019), “Boghes e sonos 1960-2020” in 3 volumi (Fondazione Maria Carta 2020) e diversi saggi tra cui quello sulla Sardegna in “The Rough Guide to world music. Vol. 2” (Rough Guide 2009).

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