Pinna e il contagio mediatico

Il volume Virus & Censure del giornalista sassarese

La pandemia da Covid 19, con milioni di contagiati e migliaia di morti in Italia e nel mondo è stata anche un banco di prova  per l’informazione nel nostro Paese. Il racconto delle grandi tragedie sanitarie del passato (dalla malaria alla febbre spagnola, sino alla poliomielite) ha subìto il condizionamento, a volta pesante, del contesto storico nel quale si sono sviluppate. L’informazione sulla pandemia da Covid 19 non avrebbe dovuto conoscere ostacoli. Ma basta esaminare i fatti e il racconto che è stato fornito agli italiani e si scopre che in realtà il giornalismo si è mosso su un terreno talvolta scivoloso, tra chi ha tentato di nascondere le carenze del sistema sanitario o chi, addirittura, ha provato ad approfittare della situazione per incrementare gli affari. Su questo tema di estrema attualità ancora a metà 2022 quando il Covid-19 continua ad essere diffuso con le diverse varianti sebbene un numero di contagi e decessi in discesa, ma non per questo meno allarmante, il volume “Virus & Censure/Il contagio mediatico” (edizioni Mediando) rappresenta un momento di riflessione molto interessante. Ed anche un documento che per quanto riguarda la Sardegna, fotografa e analizza la situazione con una sorta di bilancio di due anni dall’inizio della pandemia.

Un libro di denuncia

Realizzato da Pier Giorgio Pinna con una faticoso quanto puntuale lavoro di ricerca e documentazione, è stato presentato più volte dall’uscita nell’ottobre 2021 e il 21 aprile a Olbia durante un evento in collaborazione con l’Ordine regionale dei giornalisti. Prevista una presentazione “nazionale” anche al prestigioso Salone del libro di Torino (il 20 maggio).

Difficile classificare il libro nelle categorie letterarie: un pamphlet perché è una breve pubblicazione (174 pagine), scritta a tratti con intento polemico, critico e ironico, in cui l’autore prende posizione contro un tipo di informazione che ha dominato in questi due anni nei talk show di approfondimento; virologi assunti a tempo pieno come commentatori televisivi o opinionisti di giornali; giornalisti diventati esperti e schierati apertamente con le fake e le posizioni negazioniste dei no vax; e non ultimo contro una classe dirigente attualmente al governo regionale che non si è dimostrata all’altezza per affrontare una grave situazione emergenziale, ma neppure per l’ordinaria amministrazione.

Pier Giorgio Pinna durante la presentazione del volume a Olbia (foto di Antonio Stata)

Altrettanto correttamente potrebbe essere considerato un instant-book, poiché scritto in tempo reale mentre i fatti erano in accadimento ed evoluzione, soprattutto se ci si riferisce agli ultimi sei capitoli. Ma considerando l’interezza del volume con una serie di capitoli “storici”, il lavoro di Pinna va inquadrato nel saggistica più seria, dove lo scrittore usando le tecniche del mestiere (e Pinna è un giornalista di lungo corso) poi approfondisce con il metodo dello storico che attraverso le fonti di archivio e le testimonianze, va oltre la cronaca degli eventi.

Tra cronaca e storia

Ed è per questo che pubblichiamo un ampio post sull’opera di Pinna inserendolo a pieno titolo nella categoria di questo sito dedicata alla storia del giornalismo e dei giornalisti sardi a 360 gradi. Dai giornali e dal lavoro di tanti giornalisti emerge la storia della Sardegna dall’Ottocento ad oggi. E proprio dai giornali Pinna ha tratto idee e fonti per costruire le pagine del suo libro.

La prof.ssa Eugenia Tognotti

L’autore nella premessa illustra bene le linee sulle quali procederà la narrazione, lasciando alla specialista Eugenia Tognotti il compito di un’introduzione storica sulle epidemie (peste, colera, etc.) e pandemia (influenza spagnola) che hanno colpito l’Isola dal Seicento ai tempi nostri. Docente ordinaria di Storia della medicina e delle scienze umane all’università di Sassari, Tognotti è autrice di una serie di pubblicazioni  su alcune tra le più autorevoli riviste scientifiche internazionali, saggista, divulgatrice, editorialista, scrive per La Stampa, il Secolo XIX e La Nuova Sardegna.  a

Sedici storie

All’introduzione seguono sedici capitoli, il cui filo conduttore sono i riflessi nell’Isola delle malattie causate dai virus che hanno flagellato il mondo nei secoli, ovviamente partendo dal periodo in cui l’autore ha potuto documentare attraverso la stampa. La stampa, che è stata anche condizionata da imprenditori rapaci e politici conniventi, è al centro di un’analisi in cui Pinna racconta le conseguenze sull’ambiente e quindi sulla popolazione contaminata dai veleni delle fabbriche. Esemplate il ritratto dedicato a Nino Rovelli, il “re della petrolchimica” diventato il padrone tra l’altro dei due quotidiani sardi in un periodo di monopolio dell’informazione, infranto solo da coraggiosi giornalisti che hanno saputo ribellarsi all’omertà della linea editoriale. Tema, questo, di cui nel presente sito figurano numerosi post in cui raccontiamo le vicende dell’Unione Sarda, della Nuova Sardegna e della politica isolana nel periodo del potere di Rovelli.

Per gentile concessione dell’editore Mediando (Simonetta Castia) e dell’autore pubblichiamo i PDF delle pagine 55-58 dedicate all ‘“Avventura di Nino Rovelli e ai veleni della chimica”…  

pag 55      pag 56     pag 57          pag 58

 

Nei vari capitoli Pinna ricorda i nomi di numerosi colleghi (diversi non ci sono più) che hanno contribuito col loro lavoro a smascherare il monopolio della Sir e che si sono battuti per la libertà di stampa. Una citazione particolare – sottolinea Pinna che fu collega e caro amico – va a Piero Mannironi, scomparso prematuramente nel 2021, che nella sua lunga carriera ha svolto tantissime e scottanti inchieste, alcune appunto riprese nel volume nel quale Pinna ricostruisce il lavoro del giornalista nuorese per raccogliere notizie scomode, sotto traccia o falsate dalla verità (si veda il capitolo 8 nel quale si parla dei misteri attorno al Poligono di Quirra, dell’abbattimento dell’elicottero “Volpe” della Guardia di Finanza, dell’inquinamento dell’isola de La Maddalena che per un ventennio ha ospitato la base dei sommergibili americani nucleari.

Piero Mannironi

Ma il libro, pur non avendo le pretese esaustive di una trattato storico, spazia in lungo e in largo sui mali che hanno afflitto la nostra regione: dalla febbre spagnola del 1918, alla malaria e alla lotta per eliminare questa malattia endemica che affliggeva da sempre la popolazione isolana e che fu eradicata grazie agli americani alla fine degli anni quaranta e i primi cinquanta. E poi le malattie moderne (Aids, Sars, aviaria, Covid) che oltre alle vittime hanno messo a nudo un sistema sanitario inefficiente a causa delle scelte politiche di una classe dirigente inadeguata – come sottolinea l’autore – strettamente legata in diversi periodi, tra l’epoca della Democrazia cristiana e il berlusconismo rampante, ai potentati della sanità privata. 

Tra le parti più approfondite emerge il confronto tra tre pandemie: il colera, la Spagnola e il Covid. Su come viene trattato il tema dei vaccini per combattere il male, il parere di Pinna è durissimo, in particolare sulla gestione di tanti dibattiti nei quali “ha dominato il clima da caffè mediatico, un ambiente extraterritoriale dove ognuno poteva avere torto o ragione allo stesso modo: il calciatore come il virologo, il fisioterapista come il microbiologo, il sindacalista come il clinico, il regista come il biologo. Hanno prevalso volatilità degli annunci sulle opzioni di assistenza e limiti nell’impostazione delle news. Così come l’inesistenza di linee guida sulle modalità per difendersi in concreto”.

Un capitolo scottante e per molti aspetti poco noto riguarda l’infiltrazione delle mafie anche nell’Isola ai tempi di epidemie. Sono zoom su mali della sanità, affari sporchi, veleni dei media. Riflettori su depistaggi e notizie false, inquadrature su malaffare e corruzioni. I temi della sicurezza contro le malattie vengono riproposti attraverso storie e personaggi, memorie esemplari, simbolici frammenti slegati solo in apparenza gli uni dagli altri. Tutti scelti per evidenziare i pericoli per la democrazia nelle emergenze: insidie spesso dovute a vecchie e nuove disinformazioni. Mali che si riflettono nei mass media (stampa e tv)   condizionati da interessi editoriali spesso lontani dall’isola.

 Non mancano, a scandire il ritmo ei capitoli, finestre di “ritratti” dedicati a personaggi famosi che in qualche modo sono entrati nelle cronache quali il bandito Graziano Mesina (nella foto una immagine abbastanza recente dell’orgolese e il manifesto degli anni sessanta quando era un giovanissimo latitante)

 

 

Un libro da leggere con interesse e curiosità, ma anche un documento che resterà nelle biblioteche come testimonianza del lavoro dei giornalisti sardi nel raccontare la storia della Sardegna. Ed ecco nelle foto sotto i temi trattati nel volume “Virus & Censure/Il contagio mediatico”, (edizioni Mediando, Sassari, 2021, pagg,174). 

 I temi del  volume

 

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bacheca incontro savona

Se un appunto critico si deve fare a questo libro, nell’ottica degli studiosi, è la mancanza di una bibliografia e di una sitografia alle quali Pinna ha attinto a piene mani e che sarebbe stato utile avere disponibile per maggiori approfondimenti. Così come l’elenco dei nomi nel quale figurerebbero i numerosi giornalisti citati, a dimostrazione dell’impegno professionale di tanti colleghi nella battaglie per la corretta e libera informazione. Di sicuro è stata una scelta editoriale (come eliminare le note in pagina) per la rapidità di pubblicare un instant book, ma non si può escluderebbe questa lacuna potrà essere colmata con un’ auspicabile ristampa.

Chi è l’autore

Pier Giorgio Pinna (Sassari, 1956), laureato in Giurisprudenza, giornalista professionista dal giugno 1981,  Ha cominciato a lavorare nel 1977: prima per alcuni mesi a Radio Sassari Centrale e poi, dal febbraio 1978, alla Nuova Sardegna. Nel quotidiano ha svolto tutta la carriera: collaboratore, cronista, capocronista, vicecaporedattore, caporedattore, inviato, autore di servizi culturali e sociali. Dal 2004 al 2009 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente dell’Associazione della stampa sarda. Per più di trent’anni è stato corrispondente dall’isola del giornale la Repubblica. A fine 2015 ha cessato l’attività sia per il giornale fondato da Eugenio Scalfari sia per la Nuova. Adesso si dedica a iniziative editoriali e sociali. Nell’ateneo di Sassari ha insegnato “Linguaggi e tecniche dell’informazione giornalistica”. Materia che in passato lo ha visto impegnato in altri corsi specialistici, in particolare nelle scuole superiori dell’isola e nel master in comunicazioni a suo tempo istituito nella stessa università turritana.

La copertina del volume edito dalla Cuec

Nel 2005 ha scritto per la Cuec di Cagliari un libro intitolato “La Sardegna prima della Storia – Dai dinosauri all’uomo”, raccolta di articoli su paleontologia e beni culturali, con introduzione del professor Giovanni Lilliu e postfazione del giornalista Sergio Frau.

Pronto in attesa di pubblicazione un volume sulla storia della Nuova Sardegna che ricostruisce minuziosamente con una carrellata d’immagini e fatti della Sardegna dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Un lavoro corredato da testi sulla vita interna del quotidiano e accompagnato da una descrizione delle modalità con le quali le diverse redazioni hanno seguito gli avvenimenti di maggior rilievo nelle varie fasi storiche in questi tredici decenni.  Un libro, quest’ultimo, che auspichiamo che possa vedere la luce quanto prima poiché si tratta di un lavoro molto importante nell’otttica di questo sito e di quella storiografia del giornalismo sardo che andiamo ricostruendo.

Fonti:

“Virus & Censure/Il contagio mediatico”, (edizioni Mediando, Sassari, 2021)

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