La lingua dei primi periodici

Il saggio di Anna Mura Porcu

Cambia la lingua nel tempo, si rinnova, si modifica, si semplifica secondo l’uso comune. I giornali sin dall’ottocento hanno contribuito in modo determinante a codificare l’italiano come lingua comune e nazionale, distintiva di un popolo dalla grande tradizione culturale e letteraria. Nel novecento, a partire dal secondo dopoguerra, si è aggiunta la televisione che ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione dell’italiano corrente e corretto rispetto ai dialetti locali e regionali. Infine l’ultima evoluzione della lingua si deve all’avvento di internet e allo sviluppo esponenziale dei media, in particolare degli smartphone, a cui si è adeguata la stampa medesima. Così per analizzare l’evolversi della lingua italiana, i cambiamenti lessicali, la morfologia e la sintassi si deve ricorrere ad una costante comparazione tra lingua parlata e lingua dei media i quali – bisogna sottolineare – ognuno poi utilizza il suo specifico linguaggio.

Ecco perché a settembre 2022 è uscita la nuova edizione dell’Enciclopedia Treccani, la “Bibbia” della lingua italiana, rinnovata e caratterizzata non solo da qualche aggiornamento ma da cambiamenti consistenti: il nuovo dizionario si collega infatti all’uso reale della lingua, alla sua grammatica più funzionale, alle parole della comunicazione, ed è attento a eliminare gli stereotipi di genere e la necessità di ricorrere al vocabolario per capire ciò che si sta leggendo. Già da tempo i linguisti si stanno cimentando ad analizzare questi cambiamenti che ormai sono stati assimilati e sono in uso e presenti senza più stupire nessuno in tutta la stampa nazionale. Lo studio comparato della lingua attraverso i giornali è un lavoro faticoso, complesso e specialistico, ma fondamentale per scrivere la storia dell’italiano da quando si è cominciata a costruire una nazione italiana (nation building) attraverso il processo di unificazione. Pertanto sono fondamentali gli studi fatti in passato che ci mostrano gli esordi della formazione di una lingua nazionale.

I primi tre periodici sardi

In questo contesto si inserisce ed è sempre di attualità il libro “La lingua della prima stampa periodica in Sardegna (1793-1813)” pubblicato nel 2007 dalla docente dell’università di Cagliari Anna Mura Porcu, per conto della AM&D edizioni (pagg. 327, nella collana “Agorà” del catalogo, si veda il link) ). Un lavoro molto importante, non solo per gli studiosi di linguistica, che analizza l’uso dell’italiano attraverso la comparazione dei primi tre giornali usciti in Sardegna, periodici e di breve durata perché all’epoca non esistevano ancora i quotidiani che si è iniziato a realizzare a partire dalla metà dell’ottocento grazie anche all’avvento delle prime macchine di stampa “moderna”. 

In estrema sintesi il volume della studiosa cagliaritana parte dalla fine del Settecento quando compaiono in Sardegna i primi giornali: il «Gazzettino ebdomadario» (1793), il «Giornale di Sardegna» (1795-1796) e il «Foglio periodico di Sardegna» (1812-1813). Le loro pagine registrano l´invasione francese dell´isola, un tentativo di “sarda rivoluzione”, il trasferimento della corte sabauda a Cagliari e una successiva restaurazione dell’antico regime, riflettendo nel linguaggio la diversa temperie politica e culturale. La stampa periodica nasce in concomitanza con la diffusione dell’italiano presso i ceti colti dell´isola e con l’abbandono della lingua spagnola, mentre si coglie una maggiore apertura verso le lingue straniere e un rinnovato prestigio della lingua sarda, anche scritta.
Anna Mura ha preso in esame questa produzione giornalistica, dal punto di vista lessicale e linguistico, individuando nei primi due giornali un linguaggio politico destinato ad informare e istruire i “cittadini patrioti”, in sintonia con il giornalismo italiano del periodo rivoluzionario di fine Settecento.

Il «Foglio periodico di Sardegna» rappresenta, invece, pur nel clima di rigida restaurazione, il primo vero giornale moderno dell´isola dal punto di vista della varietà dei contenuti e dell´organizzazione testuale. Lettori sono i sardi dei ceti superiori e gli stranieri presenti a Cagliari durante l´esilio della corte sabauda, in fuga dal Piemonte napoleonico.
Modelli di riferimento delle testate sarde sono la prosa letteraria e una scrittura giornalistica che si svilupperà recependo una forte spinta all´ammodernamento linguistico. Il lessico si apre al nuovo, aumenta l´influenza del francese, infine vengono accolti nuovi significati assieme a nuove forme provenienti dalla lingua comune e dai linguaggi settoriali.

 

I contenuti del saggio

Un saggio molto interessante, come detto, anche per i non specialisti nell’introduzione divisa in due parti. Nella prima troviamo la descrizione dettagliata di questi tre giornali storici (da pag. 9 a pag. 21). La  seconda, invece, è dedicata a la lingua dei giornali: la componente tradizionale (pag. 28); aspetti moderni ed eterogeneità di soluzioni (pag. 29); la componente burocratica: Il Giornale e il Foglio (elementi di differenziazione), da pag 26 a pag. 37.

Il resto del volume è più specificamente tecnico, ma chiaramente esplicativo per capire come scrivessero i sardi, considerando che l’italiano era una lingua per pochi essendo l’analfabetismo oltre il 90 per cento della popolazione che parlava solo il dialetto, mentre certe élite usavano il francese, lo spagnolo o il latino. In particolare:

Il capitolo I è dedicato alla GRAFIA, il cap. II alla FONOLOGIA, il cap. III alla MORFOLOGIA, il cap. IV alla SINTASSI, il cap. V al lessico con attenzione alle voci della tradizione (poetiche, voci non comuni e letterarie), ai neologismi ai forestierismi, alle lingue speciali (tecnico-scientifiche, militari, dell’economia e della giurisprudenza); infine ai regionalismi. Importante per gli addetti ai lavori la bibliografia, l’indice dei nomi e l’indice di voci, locuzioni e forme notevoli.

Per gentile concessione dell’autrice e della casa editrice AM&D diretta da Anna Maria Delogu pubblichiamo in questo sito dedicato alla storia del giornalismo in Sardegna l’introduzione. Ecco l’indice per una rapida consultazione del testo allegato nel PDF : 

 

 

Chi è l’autrice

Anna Mura Porcu ha insegnato Storia della lingua italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Cagliari. Si è occupata di argomenti relativi alla grafia, alla sintassi, alla lessicografia, alla lingua della prosa narrativa seicentesca e della stampa periodica. Fra i suoi scritti la monografia Il Dizionario universale della lingua italiana di F. D’Alberti di Villanuova (20062) e Cultura italiana e cultura europea nella lingua della stampa periodica in Sardegna (2005).  Inoltre ha scritto “Lingua e letteratura in periodici del primo ‘800, tra italianità e identità locale”, in Lingue, letterature, nazioni. Centri e periferie tra Europa e Mediterraneo, a cura di Ignazio Putzu e Gabriella Mazzoni, FrancoAngeli, 2012, pp..612_ 648; ed ancora il saggio “Agli albori della stampa periodica in Sardegna: note sulla lingua della “Gazzetta popolare”, in Rhesis, internazionale journal off Linguistic, philology and Literature, 2015, pp.57-79

Fonti:

“La lingua della prima stampa periodica in Sardegna (1793-1813)” , AM&D edizioni

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