Il Vespucci ambasciatore del made in Italy

In giro per il mondo

L’Amerigo Vespucci è salpato da Genova per la crociera addestrativa per gli allievi ufficiali dell’Accademia navale. Ma questa non sarà la tradizionale navigazione estiva della nave scuola della Marina militare perché il viaggio durerà 20 mesi, con un giro completo del globo, attraverso tre oceani, toccando 28 Paesi e 31 porti. La partenza per una crociera straordinaria è stata un vero evento con la presenza di ben cinque ministri, il saluto di tutta l’Italia con i messaggi augurali e il passaggio delle “Frecce Tricolori” sul veliero che lasciava il porto ligure scortato da decine di barche. Il Vespucci sarà l’ambasciatore del Made in Italy – come hanno sottolineato i ministri – perché porterà in giro l’immagine del meglio del Paese: cultura, storia, innovazione, industria, enogastronomia, tutto quello che l’Italia evoca quando viene pronunciata nel mondo. Ogni partenza del Vespucci, quanto ogni arrivo nei porti, è un avvenimento che richiama l’attenzione dei media e attira folle da stadio per ammirarlo dalle banchine e a bordo. Così ovunque. Lo sappiamo bene anche noi cagliaritani dove capita spesso di fare sosta come lo scorso 28 maggio quando ad accoglierlo nel Golfo degli Angeli trovò Luna Rossa. Il Vespucci e la barca Prada delle sfide mondiali dell’America’s Cup sono due simboli dell’Italia, non solo marinara e velica, ma rappresentano l’eccellenza del Paese.

La partenza da Genova

Se vogliamo un fatto singolare che siano due velieri che solcano in modo diverso il mare ad essere messaggeri dell’immagine italiana nel mondo, capaci di suscitare orgoglio nazionale, spirito unitario e tifo che non conosce barriere regionali e politiche. L’Italia pallonara che si divide su tutto, a cominciare dalla squadra azzurra se non vince, l’Italia della politica spaccata tra poli inconciliabili, l’Italia di una società sempre più diseguale e impoverita, come per miracolo si ritrova e rispecchia in quel glorioso veliero che ha compiuto 92 anni lo scorso febbraio e dal varo nel 1931 è arrivato sino ad oggi integro e uguale nel tempo. Il suo bel gemello intitolato a Cristoforo Colombo ebbe una triste sorte, confiscato e demolito dai sovietici nel 1949.

Il Vespucci invece no, è rimasto il vessillo della nostra Marina, utilizzato come nave scuola e per le tante campagne promozionali. Accadde nel 1962 il celebre incontro in Atlantico con la portaerei statunitense “Independence”. Quest’ultima chiese al Vespucci di identificarsi e, a risposta ottenuta, lanciò il messaggio: «Siete la nave più bella del mondo». L’episodio si è ripetuto di recente, nel 2022, quando incrociando la portaerei“George Bush” in Mediterraneo dalla plancia dell’unità statunitense partì il saluto radio: «Siete ancora la nave più bella del mondo».

Al di là di ogni possibile retorica che ogni volta accompagna i discorsi ufficiali e i commenti quando parte il Vespucci, è bene sottolineare questo aspetto che non sempre viene tenuto in considerazione. L’Italia è al primo posto nella cantieristica mondiale dei maxy yacht, il diporto fattura sette miliardi all’anno pari quasi al 2 per cento del Pin, ma non siamo ancora un Paese marinaro. Al contrario proprio di inglesi e francesi che sui mari hanno creato le potenze dei loro imperi e vantano una tradizione secolare di navigatori, noi italiani in proporzione alla popolazione e considerando la posizione geografica che si sviluppa su ottomila km di coste, non possiamo dire altrettanto. Il diporto e la vela non hanno mai avuto popolarità, pianificazione e considerazione politica per una vera crescita economica e sportiva.

Solo dopo i primi successi di Azzurra in Coppa America, quindi a partire dagli anni Ottanta, gli italiani hanno scoperto che, oltre a santi e poeti, siamo anche ottimi velisti e costruttori di barche eccezionali. Inoltre bisogna evidenziare il crescente impegno per missioni umanitarie e di peace-keeping a cui è chiamata ad operare la nostra Marina militare che oggi conta undici unità fuori dal Mediterraneo. Tutto questo rappresenta il Vespucci, ambasciatore di italianità e di pace nel mondo.

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