Il ricordo di Santina Mastinu

Una famiglia di Tresnuraghes vittima della dittatura

Scomparsa in questi giorni di maggio a Buenos Aires Santana Mastinu, sorella di Martino, detto El Tano (nella foto a destra), desaparecido il 7 luglio del 1976 e moglie di Mario Manca, ucciso un mese prima da una squadraccia di militari mentre cercavano di catturare il cognato che si era nascosto nell’isoletta di Paycarabì nel delta del fiume Paranà.

In questo video di 10 minuti girato dagli studenti della scuola di cinematografia “Ernesto Favio” di Buenos Aires nel 2017, Santina rievoca la sua tragedia personale: fu sequestrata e torturata per farsi dire dove si nascondesse il fratello, poi liberata e tenuta sotto sorveglianza. I militari un giorno la seguirono sino alla chiesa parrocchiale del quartiere Pacheco, dove El Tano la incontrò per l’ultima volta. Il giorno dopo gli stessi uomini andarono a prendere Santina e la costrinsero a portarli alla casa dei cugini Demontis di Tresnuraghes, dove Martino si era rifugiato, in attesa di poter espatriare per l’Italia. I quattro militari catturarono El Tano e lo portarono alla Prefettura navale di Pacheco, periferia di Buenos Aires. Di Martino i familiari non seppero più nulla.

Durante i processi tenuti a Roma tra il 1997 e il 2004, contro i quattro componenti della “patota”,  un prefetto navale e due generali che avevano dato l’ordine di sequestrare il giovane sardo,  fu detto che El Tano fu recluso nel centro di detenzione di Campo de Mayo e poi gettato in mare da un aereo in uno dei “voli della morte”.

Martino Mastinu aveva solo 27 anni, emigrato con la famiglia da Tresnuraghes alla fine degli anni Cinquanta, era diventato uno dei leader del sindacato degli operai nei cantieri navali di Tigre. Nel 1974 era stato nominato rappresentante dei cantieri e incaricato di portare avanti le trattative sulla sicurezza sul posto del lavoro al Ministero. In quel periodo di grandi proteste sindacali guidò una manifestazione di migliaia di operai. Fu sequestrato una prima volta, torturato e poi rilasciato da una squadra di paramilitari sotto la minaccia che l’avrebbero ucciso se avesse continuato nel suo attivismo politico. Martino era vicino al movimento dei Montoneros peronisti. All’indomani del golpe del 24 marzo 1976, sapendo di essere nel mirino dei militari, si nascose in un’isoletta nel delta e poi a Buenos Aires a casa di compaesani dove fu scoperto e catturato poco prima di partire per l’Italia.

El Tanto fu uno dei 30 mila desapericidos, di cui almeno 500 di origine italiana, vittime della feroce dittatura dei generali.

Qui riportiamo un video con l’ultima intervista alla coraggiosa Santina Mastinu che testimoniò nei tre processi che si svolsero a Roma tra il 1999 e il 2004 contro i militari argentini accusati dell’uccisione del marito Mario Bonarino Marras e del fratello Martino.

 

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