Non solo Brigata Sassari

I sardi combatterono con onore in tutte le Armi: 524 medaglie al valore

Il valore degli isolani fu riconosciuto con le citazioni nei Bollettini giornalieri dell’Alto Comando e soprattutto con le onorificenze: 524 furono le medaglie al valor militare, di cui dieci d’oro, assegnate ai sardi. Non c’è comune dell’Isola che non abbia partecipato con i suoi cittadini alla guerra, 89 paesi contano almeno un decorato, 4 paesi oltre i dieci. 

Siris, Irgoli, Sarule, Siligo e Gavoi sono i centri con la più alta percentuale di decorati rispetto alla popolazione.

BRIGATA SASSARI 

Il tributo di sangue dei sardi nella Grande Guerra fu dunque altissimo e in particolare si ricorda il sacrificio della Brigata Sassari che ebbe 3146 caduti, un terzo di tutti i fanti sardi. Ed ebbe 9 medaglie d’oro.

IN TUTTI I CORPI

Non solo Brigata Sassari. Tra i centomila uomini mobilitati nell’Isola nei tre anni e mezzo del conflitto la gran parte fu inviata in ogni corpo delle Forze armate. Così dei 13.602 tra morti e dispersi censiti nell’Albo d’Oro dei Caduti, oltre seimila appartenevano ad altri reparti. I sardi combatterono con le penne nere degli Alpini, con le piume dei Bersaglieri, con gli elmi dei Granatieri di Sardegna (pochi, in verità, perché si richiedeva un’altezza superiore alla media regionale) e nella Cavalleria.

Cavalleggeri di Sardegna a Fieri

Una storia poco nota è proprio quella dei Cavalleggeri di Sardegna con lo squadrone tutto sardo formato ad Ozieri e inviato in Albania. Sul fronte balcanico si fece onore con numerose azioni e alla testa di duemila italiani lanciati alla carica nella piana di Fieri, nei pressi di Durazzo nell’estate del 1918.

LA BRIGATA REGGIO

Come spesso ci si dimentica dei due reggimenti (45mo e 46mo) della Brigata Reggio, dalla quale all’inizio del 1915 vennero richiamati i primi contingenti di soldati destinati a formare i due reggimenti (152mo a Sassari e 151mo a Cagliari) della nascente Brigata Sassari. La “Reggio” alla fine contò 3461 morti e dispersi e 4 medaglie d’oro al valore.

Il tributo dei fanti, alla fine, fu altissimo (7273 vittime), ma tutti i sardi chiamati al fronte si distinsero per il loro coraggio. In mare con la Marina e in cielo con la “neonata” Aeronautica. 

IL PILOTA TOLA: 400 MISSIONI

Il pilota Francesco Tola

Come dimenticare il sergente pilota Francesco Tola di Silanus che portò a termine 400 missioni di volo? E pochi sanno che nella Squadriglia del famoso “asso” Francesco Baracca su 16 piloti due erano sardi: il tenente Fabio Lumbau di Sassari ed il sergente maggiore Spano di Nuoro, entrambi spericolati acrobati. Il tenente Umberto Aperlo di Sassari era, invece, un abile pilota di idrovolanti che nel 1918 comandò la 279ª squadriglia idrovolanti di Cagliari.

LA BRIGATA CAGLIARI

Doveroso citare anche una Brigata che portò il nome della città di Cagliari. Mentre della gloriosa e popolare Brigata Sassari si parla continuamente in occasione delle varie celebrazioni e delle numerose missioni all’estero, sulla “Cagliari” (ridotta a battaglione ed estinta nel 1991) è calato il silenzio tanto che nella stessa città a cui fu intitolata non esistono vie, targhe o monumenti. Probabilmente perché la “Sassari” fu la prima unità con arruolamento regionale che ha mantenuto sino ad oggi, coinvolgendo quasi ogni famiglia sarda. La “Cagliari” istituita a Vercelli, con sede poi a Pinerolo, Salerno e in tempi recenti a San Lorenzo Isontino (Gorizia), invece non ebbe un radicamento regionale, ma fra i suoi comandanti, ufficiali e nelle truppa contò sempre molti sardi che si distinsero su tutti i fronti. E nella Grande guerra fu pure chiamata ad operare a fianco della “Sassari”.

La Brigata Cagliari si distinse in numerose battaglia e i suoi uomini meritano medaglie e riconoscimenti.

 

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