La ballata dei fratelli Zidda

Il poema in limba di Mario Cherchi
Il poeta Mario Cherchi durante la cerimonia di Orune del 24 luglio

Da Salvatore Cambosu a Mario Melis, dalla Casa-museo dello scrittore di Orotelli all’intitolazione della biblioteca universitaria di Nuoro al grande sardista di Oliena. È sempre in viaggio il poeta di Orune Mario Cherchi (nella foto di copertina) cantore della Sardegna e non solo con le sue ottave in endecasillabi. Cantore della storia e della cultura isolane, soprattutto dei grandi personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nella loro terra.

Dalla presentazione del libro dell’orunese Giovanni Zidda (“Sas mamas de su prantu”) all’atteso appuntamento a Nuoro con il Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk (evento rinviato per via del Covid), passando a Perdasdefogu dove aveva già presentato un omaggio a Gabriel Garcia Màrquez (ora quella poesia è esposta alla Casa museo di Aracataca) e proseguendo poi verso Ulassai, la patria di Maria Lai: “è sempre Mario Cherchi – come scrive La Nuova Sardegna in uno dei numerosi articoli dedicati ai suoi eventi – che viaggia e viaggia ancora, con i suoi versi e la loro melodia, nonostante le mille difficoltà di questo 2020”.

L’evento a Orune

Così non è voluto mancare all’appuntamento del 24 luglio a Orune per l’intitolazione del campetto sportivo alla periferia del paese dedicato ai suoi compaesani scomparsi in Argentina nella metà degli anni Settanta. A conclusione della toccante cerimonia (di cui parliamo nel precedente post di questo sito) Cherchi ha recitato con voce ferma e incalzante la ballata dedicata alla storia dei due fratelli e in particolare alla tragica fine di Mario. Una pergamena con la poesia ha quindi donato ai familiari dei Zidda.

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