Pastori e contadini

Seconda puntata dell'inchiesta in Sardegna
Corriere della Sera - Sabato 9 giugno 1963

La seconda puntata dell’inchiesta in Sardegna. Qui ripercorriamo i passi più significativi del reportage sul Corriere, con i temi evidenziati dai nostri titolini e in corsivo il nostro testo.

Nel libro paragrafo 2: Pastori e contadini (pag. 895). In allegato pubblichiamo il testo per esclusivo uso consultivo e accademico.

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Titolo:

 “Il blasone del pastore e lo scettro del contadino”

Sommario:

Nella difficile coabitazione della tradizionale pastorizia con una agricoltura in sviluppo e che, bene o male, si va modernizzando, sono compendiati molti dei più annosi e difficili problemi dell’isola

«È lui che ha dato un carattere ai sardi. È lui che lo ha assuefatto a una dieta coi suoi agnelli e formaggi e ricotte e «giunchette». È lui che gli ha dettato una moda coi tessuti tratti dalle ruvide lane delle sue pecore. È lui [il pastore] che campeggia nei componimenti della scarsa letteratura sarda, i romanzi della Deledda e le poesie di Sebastiano Satta». E «nella difficile coabitazione della tradizionale pastorizia con una agricoltura in sviluppo e che, bene o male, si va modernizzando, sono compendiati molti dei più annosi e difficili problemi dell’isola»

Due milioni e mezzo di pecore / Anarchia, solitudine, incapacità di cooperare / L’abigeato / Migrazione al nord / Che fare contro la crisi della pastorizia?

La crisi non si poteva evitare. Si può solo attenuarla e ridurla col tempo (e ce ne vorrà molto), con la pazienza, con una lenta opera di persuasione che induca piano piano i pastori ad accettare nuovi criteri di allevamento in pascoli stabili e stalle. Solo a questo patto la pastorizia potrà trovare un sistema di coabitazione con un’agricoltura in sviluppo che, bene o male, si va modernizzando.

L’agricoltura / Campi spopolati e deserti / La riforma fatta da un sardo, Antonio Segni /  Dai campi redditi da fame / Scarsa produttività e difficoltà di progresso

Montanelli scrive che la Regione ha cercato di venire incontro ai pastori con la cosiddetta “legge Costa” dal nome del suo proponente (il consigliere regionale Nino Costa) con la quale si accollava i debiti degli agricoltori, che li avrebbero ammortizzati in dodici anni al tasso del tre per cento. La legge suscitò molte critiche per cui era stata fatta per guadagnare voti alla DC. Montanelli dice che sicuramente non era sufficiente a risolvere il problema, tuttavia necessaria a evitare la catastrofe, salvando il salvabile.

Disordine catastale, minifondo / Il passaggio dalla pastorizia all’agricoltura

Eppure, anche quella sarda di progressi ne fa, e il suo reddito ora tocca in media gli ottanta miliardi di lire. Sono sempre troppo pochi. Ma segnano l’inizio di una civiltà di tipo agricolo al posto di quella pastorale, che ora passa in seconda linea. Il guardiano di pecore conserva il blasone, ma cede lo scettro al contadino.

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